Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Lo Spirito del Signore è su di te,
chi nascerà da te sarà santo.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dalla prima lettera di Pietro 3,8-12
E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. Infatti:
Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici,
trattenga la sua lingua dal male
e le sue labbra da parole d'inganno;
eviti il male e faccia il bene,
cerchi la pace e la segua,
perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti
e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere;
ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il
male.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Ecco, Signore, i tuoi servi:
avvenga a noi secondo la Tua Parola.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Pietro sa bene quanto sia importante la concordia nella vita della comunità. Sente perciò l’esigenza di riproporla iscrivendola nello spirito delle beatitudini: essere cioè compassionevoli, fraterni e umili di cuore. Fa da sfondo a questa esortazione quella iniziale alla santità che Gesù aveva sottolineato nel discorso della montagna: “Voi dunque siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48). La richiesta di vincere il male con il bene, di controllare la propria lingua e di cercare la pace e la giustizia, non ha il sapore di un’utopia irraggiungibile sebbene conservi la dimensione della “eroicità” insita nel Vangelo. Attutire tale eroicità o peggio ancora toglierla significa vanificare lo stesso Vangelo. I discepoli sanno bene che non debbono essere da meno del loro Maestro e che come lui sono chiamati a benedire e non a maledire. Del resto, il compito dei cristiani non è salvare se stessi, ma servire il mondo per liberarlo dal peccato e dalla morte. I cristiani, nei confronti del mondo, sono chiamati a svolgere una sorta di ministero di benedizione: ossia umanizzare il mondo che rischia di divenire sempre più crudele e disumano. La loro opera è quanto mai urgente in questo nostro tempo, in cui la prepotenza e la violenza sembrano sempre più dominare intere città e paesi. Di fronte al diffondersi di una violenza sempre più cieca, suona particolarmente severa l’esortazione dell’apostolo ad allontanarsi dal male e a compiere invece il bene, a cercare la pace, anzi a seguirla. Si tratta di non rassegnarsi al male e alla sua azione e inseguire in ogni modo il grande bene che è la pace, non rispondendo alla violenza con la violenza. Non è una scelta rassegnata, anzi è l’unica via per sconfiggere il male. L’apostolo ricorda che sui credenti che spendono la propria vita per la pace e per la giustizia si posano “gli occhi del Signore” e le sue orecchie sono attente alla loro preghiera.