PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 12 settembre


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro del profeta Geremia 31,15-22

Così dice il Signore: "Una voce si ode da Rama,
lamento e pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli,
rifiuta d'essere consolata perché non sono più".
Dice il Signore:
"Trattieni la voce dal pianto,
i tuoi occhi dal versare lacrime,
perché c'è un compenso per le tue pene;
essi torneranno dal paese nemico.
C'è una speranza per la tua discendenza:
i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini.
Ho udito Efraim rammaricarsi:
Tu mi hai castigato e io ho subito il castigo
come un giovenco non domato.
Fammi ritornare e io ritornerò,
perché tu sei il Signore mio Dio.
Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito;
dopo essermi ravveduto,
mi sono battuto l'anca.
Mi sono vergognato e ne provo confusione,
perché porto l'infamia della mia giovinezza.
Non è forse Efraim un figlio caro per me,
un mio fanciullo prediletto?
Infatti dopo averlo minacciato,
me ne ricordo sempre più vivamente.
Per questo le mie viscere si commuovono per lui,
provo per lui profonda tenerezza".
Oracolo del Signore.
Pianta dei cippi,
metti pali indicatori,
stà bene attenta alla strada,
alla via che hai percorso.
Ritorna, vergine di Israele,
ritorna alle tue città.
Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle?
Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra:
la donna cingerà l'uomo!

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Geremia è il profeta della tenerezza di Dio. Egli va alla ricerca del suo popolo, che conosce da sempre e ama con un amore eterno, un amore che prende il volto di un amore sponsale (Dio, marito di Israele) oppure di un amore paterno (Dio, padre di Israele). Quel che è comunque chiaro è che il popolo di Israele non cammina da solo per i sentieri della storia, c’è il Signore che lo precede come un padre e come uno sposo. Durante la lunga marcia per il deserto verso la terra di Canaan, il popolo seguiva la nube, la guida sicura che dava a tutti un sicuro riparo, giorno e notte. Anche i figli del Vangelo di Gesù gustano la compagnia del Signore risorto e trovano in lui il maestro che li precede, che parla loro al cuore e che dà loro riposo e pace. La fede è la risposta all’amore del Signore verso ognuno di noi: “Tu sei il Signore, mio Dio” (v. 18). Nella loro semplicità, queste parole manifestano il sentimento basilare, la preghiera dell’uomo e la donna che vivono l’amicizia con il Signore. In quelle parole c’è già avviata l’invocazione dell’apostolo Tommaso dinanzi al risorto: “Signor mio e Dio mio!” (Gv 20,28). Geremia però è il profeta del dolore del popolo, del dolore di Rachele, la madre di Israele, che piange i suoi figli deportati o morti. Come non vedere in questo pianto il dolore di tante donne per i loro figli rapiti o uccisi a causa delle guerre, delle malattie e della fame? Questo pianto non lascia indifferente il Signore. Egli infatti mosso dalla sua misericordia ascolta il grido dei suoi figli e quello dei poveri. Il salmista canta ancora: “Egli libererà il povero che grida e il misero che non trova aiuto, avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri” (Sal 72,12-13). C’è una speranza per il dolore di quella donna, delle tante mamme del mondo che vedono i loro figli ancora oggi uccisi, e per il dolore del mondo: l’amore di Dio che non abbandona le sue creature. E su questa via asciugheremo le lacrime di tanti uomini e donne che sono stati feriti dal dolore.