PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei Santi e dei Profeti
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria dei Santi e dei Profeti
mercoledì 9 luglio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Matteo 10,1-7

Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla compassione per le folle, stanche e sfinite, nasce la chiamata dei Dodici e la consegna della missione evangelica. Senza questo legame non comprenderemmo il senso della nostra chiamata e facilmente finiremmo per ridurla a ruolo, a sacrificio. Gesù ne sceglie dodici, tanti quante le tribù di Israele, come a voler dire che nessuno deve restare privo dell’annuncio del Vangelo. L’evangelista riporta i nomi dei Dodici apostoli. Ci sono greci accanto a ebrei; uomini provenienti dal nord e altri dal sud; semplici pescatori assieme a membri del partito rivoluzionario degli zeloti (Simone il Cananeo), seguaci del Battista (Giacomo e Giovanni) e pubblicani (Matteo). È un gruppo eterogeneo nel quale l’origine territoriale e la militanza ideologica passano in secondo ordine. Quel che conta è l’adesione a Gesù e l’obbedienza alla sua Parola; queste due dimensioni costituiscono la loro nuova identità. Non sono più riconosciuti e additati come il pubblicano, lo zelota, il pescatore, bensì come quelli che stanno con il Nazareno. Tutti, come accade con Simone, ricevono un nuovo nome, ossia una nuova missione e un nuovo potere. Non sono più come prima dell’incontro con Gesù, identificati dal loro lavoro. Da quel momento sono testimoni del Vangelo, di un sogno universale che non è il loro ma di Dio, e ricevono il potere di cambiare i cuori, di sconfiggere il male, di raccogliere i deboli, di amare i disperati, di affrettare il Regno di Dio. È un potere reale, una vera forza di cambiamento, che non viene dal denaro, dalle borse, dalle tuniche, o dalle cose della terra: è il potere dell’amore senza limiti che viene dall’alto e che Gesù testimonia per primo. Questa prima missione evangelica è emblematica per ogni generazione cristiana: non c’è altra via per i discepoli di Gesù. Anche la nostra generazione è chiamata a vivere alla lettera questa pagina evangelica. Nel Vangelo di Matteo il mandato è riferito solo “alle pecore perdute della casa di Israele”. Questo limite risponde ad una tradizione giudaico-cristiana dei primi anni della Chiesa. Storicamente la missione di Gesù e degli apostoli cominciò da Israele. Possiamo affermare che questa indicazione del Vangelo di Matteo, storicamente compresa, è stata felicemente superata dalla missione globale e senza confini della Chiesa, che certo corrisponde esattamente alla volontà di salvezza universale quale traspare dalla vita di Cristo e delle prime comunità cristiane.