PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei poveri
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria dei poveri
lunedì 22 settembre


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Luca 8,16-18

Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

La Parola di Dio non è mai un seme che deve rimanere riservato ad alcuni o peggio restare nascosto nel cuore di chi l’accoglie. Per sua natura deve crescere sino al compimento del ciclo, sino a diventare un albero grande. Gesù spiega questo mistero della Parola di Dio con l’esempio della lampada. Come la luce della lampada non ha il compito di illuminare se stessa ma tutto ciò che le sta attorno, così la Parola di Dio deve illuminare ogni uomo e ogni donna. Nessuno deve restare al buio, tutti hanno diritto alla luce. I credenti sono chiamati a mostrare agli uomini e alle donne di ogni generazione la luce di Dio. Ecco perché i cristiani non possono vivere per se stessi ma per manifestare a tutti gli uomini, di ogni parte del mondo, di ogni epoca storica, la luce del Vangelo. Dice Gesù: “Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto; ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce”. Il Vangelo ci è stato dato perché a nostra volta lo mostriamo agli uomini e alle donne delle nostre città. Ogni comunità, e ogni credente, può essere perciò paragonato a quel lampadario di cui parla Gesù, da porre in alto perché faccia risplendere la luce del Vangelo. Non si tratta, ovviamente, di far vedere se stessi o la propria sapienza naturale, e neppure mostrare le proprie doti e la propria bravura per stupire coloro che incontriamo. Dobbiamo ricordare sempre che quel che conta è piacere a Dio più che agli uomini, come ricorda l’apostolo Paolo ai Tessalonicesi (1Ts 2,4). Al credente è chiesto di manifestare la Parola del Signore, appunto, non la sua. Per questo – fa notare Gesù – il discepolo è chiamato anzitutto ad accogliere la Parola di Dio nel proprio cuore: “Fate attenzione dunque a come ascoltate”. Chi non ascolta infatti non può trasmettere nulla di Dio e solo se stesso. Ma sarà come una luce spenta e senza vita. Chi si lascia ammaestrare il cuore dalla Parola di Dio avrà un cuore colmo di sapienza divina e porterà frutti buoni sia per sé che per tutti. È questo il senso delle parole di Gesù: “A chi ha, sarà dato”, ossia chi accoglie il Vangelo nel cuore riceverà una sapienza abbondante. Gregorio Magno diceva: “Le Scritture crescono con chi le legge”, unendo così la crescita interiore del discepolo con la frequentazione attenta delle Scritture. Non sarà invece così per chi ha il cuore chiuso alla Parola: egli resterà nel buio perché è pieno solo di se stesso e della propria tristezza. “A chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere”. Sì, chi non pone attenzione alla parola evangelica, sentirà chiudersi sempre più il suo cuore e vivrà senza più la luce. La Parola di Dio, invece, se accolta con fede nel proprio cuore, ci trasforma e ci rende uomini e donne capaci di offrire una luce a chi vive nel buio.