PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno

Memoria della Chiesa

Memoria di san Giovanni Damasceno, prete e dottore della Chiesa, vissuto a Damasco nel secolo VIII. Preghiera per i cristiani in Siria.
Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 4 dicembre

Memoria di san Giovanni Damasceno, prete e dottore della Chiesa, vissuto a Damasco nel secolo VIII. Preghiera per i cristiani in Siria.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro del profeta Isaia 26,1-6

In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
"Abbiamo una città forte;
mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
Aprite le porte:
entri una nazione giusta,
che si mantiene fedele.
La sua volontà è salda;
tu le assicurerai la pace,
pace perché in te confida.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna,
perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto,
ha rovesciato la città eccelsa,
l'ha rovesciata fino a terra,
l'ha rasa al suolo.
I piedi la calpestano:
sono i piedi degli oppressi,
i passi dei poveri".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questa pagina è un canto di lode e di ringraziamento. Il motivo della gioia e della gratitudine è duplice. I credenti gioiscono da una parte a motivo della distruzione della "città eccelsa", Babilonia, simbolo della superbia e della prepotenza dei potenti che schiacciano i deboli e i poveri, e dall'altra per l'edificazione di una "città forte", Gerusalemme, che accoglie il popolo fedele al Signore. La città costruita da Dio ha mura salde e inespugnabili. Ma il canto esorta i fedeli a confidare solo in Dio. È lui la vera roccia su cui confidare: "Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna". Il profeta avverte perciò i credenti a dirigere bene la loro speranza. Essa non è sulla robustezza delle mura. A volte accade che i credenti lo dimentichino. Anzi che distorcano persino il loro cuore. E confidano sulle mura. Talora le considerano una difesa per il proprio benessere, per il proprio egocentrismo. È facile costruire una barriera che respinge i fratelli e le sorelle, che allontana i poveri e i deboli. Il profeta invita perciò ad avere le porte della città sempre aperte, a non chiudersi nelle proprie sicurezze, ed essere sempre aperti al mondo e in particolare ai poveri. L'insistenza di papa Francesco ad uscire verso tutti raccoglie questa prospettiva biblica della porta sempre aperta, sia perché i credenti escano verso tutti, sia per far entrare nella città chiunque ha bisogno. La città diviene il luogo ove abitano il popolo dei giusti e il popolo dei poveri, due popoli uniti e inseparabili. I credenti e i poveri abitano assieme questa città, che certo viene dal cielo ma che inizia già sulla terra. La separazione al suo interno ha conseguenze disastrose. Scrive il profeta: il Signore "ha abbattuto coloro che erano in alto, la città eccelsa l'ha rovesciata, rovesciata sino a terra, l'ha rasa al suolo". La distanza dai poveri è distanza da Dio. L'immagine della città rovesciata e stesa al suolo è aspra ma vera. È indispensabile accogliere la rivoluzione di Dio. Come accade con Gesù. Maria, la Madre di Gesù, canta il rovesciamento della logica mondana: "Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili" (Lc 1,51-52).