PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria di Gesù crocifisso
Parola di Dio ogni giorno

Memoria di Gesù crocifisso

Ricordo di Athenagoras (+1972), patriarca di Costantinopoli, padre del dialogo ecumenico.
Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Memoria di Gesù crocifisso
venerdì 7 luglio

Ricordo di Athenagoras (+1972), patriarca di Costantinopoli, padre del dialogo ecumenico.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Salmo 106 (105), 1-5

1 Alleluia.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.

2 Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?

3 Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.

4 Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo,
visitami con la tua salvezza,

5 perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Salmo 106, di cui abbiamo letto i primi versetti, chiude il quinto libro del salterio. Il salmista rilegge la storia di Israele da un'angolatura specifica, quella dei numerosi tradimenti che il popolo di Israele ha consumato contro il Signore. Nel Salmo precedente, il Salmo 105, il salmista racconta invece la storia di Israele cantando i prodigi del Signore, gli interventi con cui il Signore ha liberato il suo popolo dalla schiavitù e lo ha accompagnato lungo il cammino fino alla terra promessa. L'intero Salmo 106 si presenta perciò come una grande confessione dei peccati del popolo del Signore. Il salmista comunque apre questo canto invitando a celebrare la misericordia di Dio: «Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre» (v. 1). La fede biblica ci dice che non è possibile raccontare i propri peccati senza parlare della misericordia di Dio. Il credente riconosce il proprio peccato proprio perché confronta la propria cattiveria con la bontà di Dio. La confessione del peccato è legata alla consapevolezza che il Signore perdona. Il credente sa – è la sostanza della fede biblica e cristiana – che il Signore è misericordioso, e vuole la salvezza non la morte del peccatore. Egli, canta il Salmo 103, «non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono» (vv. 10-11). Chi ha paura di confessare il proprio peccato, chi teme di aprire il proprio cuore al Signore, chi si rinchiude in se stesso, mostra di non credere nel Signore e nella sua misericordia senza limiti. Dopo questo invito alla piena fiducia nel Signore, il salmista si chiede: «Chi può raccontare i prodigi del Signore?» (v. 2). È lo stupore del credente che, di fronte alla persistenza del suo peccato, vede però la continuità dell'amore del Signore, al di là della stessa fedeltà del suo popolo. È vero che il salmista risponde che solo colore che agiscono con giustizia possono raccontare i prodigi del Signore: «Beati coloro che osservano il diritto e agiscono con giustizia in ogni tempo» (v. 3). E tuttavia anche noi peccatori possiamo chiedere con fiducia: «Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo... Abbiamo peccato come i nostri padri, siamo stati colpevoli ed empi» (vv. 4.6). È vero, c'è una consuetudine al peccato, all'idolatria, alla dimenticanza, al pensare solo a se stessi. Per questo il credente chiede a Dio che si ricordi di lui. È una preghiera che si trova frequentemente nella Bibbia, soprattutto quando si sperimenta il fallimento e la debolezza. In verità il problema non è che Dio si ricordi di noi, ma che noi ci ricordiamo di Dio e del suo amore. Siamo noi a dimenticare le sue parole, a concentrarci a tal punto su noi stessi, da mettere da parte il Signore sino a vivere senza la memoria del suo amore senza limiti che mai ci abbandona. Ed è bene comunque che dalle nostre labbra salga ogni giorno la nostra preghiera al Signore perché si ricordi di noi, del suo popolo, di tutti i popoli della terra. E al ricordo il salmista aggiunge: «Visitami con la tua salvezza» (v. 4). La preghiera per il ricordo diviene invocazione perché il Signore visiti il suo popolo e porti la salvezza. L'invocazione al Signore perché scenda a visitarci, sgorga dall'esperienza di salvezza sia del popolo di Israele che dei cristiani. Dio è sceso per radunare il suo popolo e liberarlo dal male. È il mistero della salvezza che si realizza prendendo parte al popolo del Signore. La salvezza è nella partecipazione alla comunione con Dio e alla gioia di essere tra i fratelli. Per questo il salmista, nel chiudere questo inizio del Salmo, canta: «Visitami con la tua salvezza, perché io veda il bene dei tuoi eletti, gioisca della gioia del tuo popolo, mi vanti della tua eredità» (vv. 4-5).