PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 27 luglio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro del profeta Daniele 3,52-56

"Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo,
degno di lode e di gloria nei secoli.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Siamo di fronte a una parte del lungo cantico dei tre giovani gettati in una fornace ardente dal re Nabucodonosor a causa della loro fedeltà al Signore. I tre giovani dinanzi alla punizione a cui sono condannati alzano la loro voce a Dio riconoscendone la forza liberatrice. In questa prima parte si proclama «benedetto» il Signore, mentre nel proseguimento del cantico si invita tutto il mondo, tutte le opere di Dio, a unirsi alla benedizione che viene da Dio dicendo «Benedite...» Per la Bibbia e la tradizione ebraica è innanzitutto il Signore "il benedetto", cioè colui che è all'origine della benedizione che egli estende a tutte le creature senza distinzione. Egli è il benedetto, la sorgente della benedizione che è vita per tutti coloro che rimangono uniti a lui. Potremmo utilizzare la parabola della vite e dei tralci per indicare il senso della benedizione che proviene da Dio: come chi rimane unito alla vite, al Signore Gesù, rimane nella vita, riceve da lui stesso la forza vitale, così è di colui che rimane unito strettamente al Signore "il benedetto", e da lui riceve la benedizione. Il cantico inizia proclamando benedetto il «Signore, Dio dei nostri padri», cioè colui che ha reso possibile la storia di fede del popolo di Israele attraverso i "padri". Poi è benedetto il «suo nome glorioso e santo», lui nel «suo tempio santo e glorioso», «sul trono del suo regno». Si celebra la grandezza di questo nome benedetto che si manifesta nel tempio e nella sua regalità, che compie la giustizia e a cui tutti, soprattutto i poveri, si possono rivolgere. «Re di pace e di giustizia», lo chiama il profeta Isaia (9,5-6). Tuttavia egli non è lontano dal mondo, non è disinteressato dall'alto della sua onnipotenza. Il suo sguardo «penetra gli abissi» ed è benedetto nel «firmamento del cielo». Cielo e abisso stanno a indicare le due parti opposte del cosmo. Quindi la benedizione di Dio vuole raggiungere tutti, come i tre fanciulli canteranno nel resto del canto, che è un inno alla creazione e alla storia di salvezza del suo popolo. Uniamoci anche noi nel proclamare «benedetto» il nostro Dio, che in Gesù ci ha manifestato la sua gloria e ci ha reso partecipi della sua vita senza fine. Nessuno sia escluso dalla benedizione di Dio, nessuno sia escluso dal benedirlo perché possa trovare in lui vita e salvezza.

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