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Memoria dei Santi e dei Profeti
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Memoria dei Santi e dei Profeti

Memoria di san Massimiliano Kolbe, prete martire dell'amore, che nel 1941 accettò di morire nel campo di concentramento di Auschwitz per salvare la vita di un altro uomo. Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Memoria dei Santi e dei Profeti
mercoledì 14 agosto

Memoria di san Massimiliano Kolbe, prete martire dell'amore, che nel 1941 accettò di morire nel campo di concentramento di Auschwitz per salvare la vita di un altro uomo.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro del Deuteronomio 34,1-12

Poi Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima del Pisga, che è di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutta la terra: Gàlaad fino a Dan, tutto Nèftali, la terra di Èfraim e di Manasse, tutta la terra di Giuda fino al mare occidentale e il Negheb, il distretto della valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar. Il Signore gli disse: "Questa è la terra per la quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: "Io la darò alla tua discendenza". Te l'ho fatta vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai!".
Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nella terra di Moab, secondo l'ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nella terra di Moab, di fronte a Bet-Peor. Nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. Mosè aveva centoventi anni quando morì. Gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno. Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per trenta giorni, finché furono compiuti i giorni di pianto per il lutto di Mosè.
Giosuè, figlio di Nun, era pieno dello spirito di saggezza, perché Mosè aveva imposto le mani su di lui. Gli Israeliti gli obbedirono e fecero quello che il Signore aveva comandato a Mosè.
Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè, che il Signore conosceva faccia a faccia, per tutti i segni e prodigi che il Signore lo aveva mandato a compiere nella terra d'Egitto, contro il faraone, contro i suoi ministri e contro tutta la sua terra, e per la mano potente e il terrore grande con cui Mosè aveva operato davanti agli occhi di tutto Israele.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Solo dopo che Mosè ha parlato al popolo e ha lasciato il suo ruolo a chi sarebbe venuto dopo di lui, Dio gli mostra tutto il paese che aveva cercato e sognato. Non possedere, non toccare, non fare esperienza concreta di tutto, non significa non poter gioire e non trovare quello in cui si è creduto e che si è fatto! Possedere non sempre significa capire e conservare! Quante delusioni nascono proprio dall'orgoglio che fa credere nostro quello di cui ci impadroniamo, che fa pensare inutile quello che non controlliamo. Così spesso rendiamo impossibile la speranza e non sappiamo godere del tanto che abbiamo. Mosè salì sul monte Nebo e da lì il Signore gli mostrò tutto il paese. Il Signore sembra volere rassicurare Mosè che la sua speranza e i frutti del suo cammino non sono persi perché non li possederà direttamente! Dio promette quello che in realtà l'uomo cerca: il futuro, la discendenza, ciò che andrà oltre il proprio personale limite! Non a caso il Deuteronomio racconta che nonostante gli anni, i suoi occhi non si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno. Giosuè continua dopo di lui, perché Mosè aveva imposto le mani su di lui. Chi vuole conservare tutto di sé lo perde lui e lo toglie agli altri. Il libro commenta che non è più sorto in Israele un profeta come Mosè, lui con il quale il Signore parlava faccia a faccia. Eppure di lui non si conserva nemmeno la tomba. Proprio perché si è pensato umilmente, fino alla fine, solo servo di Dio. E per questo i frutti rimangono. Lasciare agli altri, seguire quanto il Signore ci chiede, anche se ci sembra umanamente poco o addirittura deludente, è la vera risposta alla domanda di eternità e di pienezza che la nostra vita contiene in se stessa.