PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei Santi e dei Profeti
Parola di Dio ogni giorno

Memoria dei Santi e dei Profeti

Ricordo di sant'Agostino (+430), vescovo d'Ippona (oggi in Algeria) e dottore della Chiesa. Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Memoria dei Santi e dei Profeti
mercoledì 28 agosto

Ricordo di sant'Agostino (+430), vescovo d'Ippona (oggi in Algeria) e dottore della Chiesa.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi 2,9-13

Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.
Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l'avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Ricordando gli inizi della comunità di Tessalonica, Paolo mostra come quei momenti siano stati un tempo di edificazione attraverso un paziente lavoro pastorale, utilizzando tutte le energie e tutto il tempo a disposizione. Ordinariamente l'attività apostolica poteva iniziarla a tarda sera poiché durante il giorno lavorava «con le sue mani» per guadagnarsi il pane «e non essere di peso ad alcuno». Voleva evitare ogni sospetto di avidità e di interesse personale (cfr. 2,3.5) per rendere la sua predicazione degna di fede. Per questo può ammonire, esortare, incoraggiare e scongiurare con efficacia perché i tessalonicesi siano «degni di Dio» e partecipino quindi al suo regno. Paolo usa l'immagine di un affetto paterno: «Sapete pure che, come fa un padre verso i suoi figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio». La consapevolezza della paternità rende Paolo responsabile della crescita nella fede di coloro che gli sono stati affidati. Per questo li esorta, li incoraggia e li scongiura. La loro crescita è la sua consolazione. Non a caso l'apostolo ricorda qui il senso della sua predicazione. C'è un legame stretto tra predicazione della Parola di Dio e paternità. Nella Chiesa la predicazione non è diretta a stupire o suscitare ammirazione. La predicazione è chiamata a portare sulla soglia del cuore di chi ascolta la Parola di Dio perché essa entri nei cuori e li trasformi. È il senso della profonda differenza tra parola umana e parola divina: la predicazione non è un esercizio retorico ma, appunto, è portare nel cuore di chi ascolta - e il predicatore deve ascoltare lui per primo - la parola stessa di Dio, luce per i passi e forza di amore per trasformare il mondo.