XXIII del tempo ordinario
Festa della natività di Maria.
La tradizione francescana ricorda oggi la visita di pace che Francesco compì a Damietta (1219), presso il sultano Malik-al-Kamil. Preghiera perché sorgano operatori di pace e di dialogo.
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XXIII del tempo ordinario
Festa della natività di Maria.
La tradizione francescana ricorda oggi la visita di pace che Francesco compì a Damietta (1219), presso il sultano Malik-al-Kamil. Preghiera perché sorgano operatori di pace e di dialogo.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia 35,4-7
Dite agli smarriti di cuore:
"Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi".
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d'acqua.
I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli
diventeranno canneti e giuncaie.
Salmo responsoriale
Salmo 145 (146)
Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Seconda Lettura
Dalla lettera di Giacomo 2,1-5
Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: "Tu siediti qui, comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti là, in piedi", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello", non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?
Lettura del Vangelo
Alleluia, alleluia, alleluia !
Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dal vangelo di Marco 7,31-37
Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".
Alleluia, alleluia, alleluia !
Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Omelia
Il brano evangelico ci riporta la guarigione di un sordomuto, che Gesù opera nella regione della Decapoli, una terra pagana. Marco suggerisce così che tutti hanno diritto ad ascoltare il Vangelo e a incontrare la misericordia di Dio. Gesù accoglie quel sordomuto e lo porta in disparte, lontano dalla folla. Poi alza gli occhi al cielo e dice al sordomuto: "Effatà!", ossia "Apriti!". È una sola parola. Basta una sola parola del Vangelo per cambiare l'uomo, per trasformare la vita. Gesù, potremmo dire, non si rivolge all'orecchio e alla bocca ma all'intera persona. È al sordomuto, non al suo orecchio, che dice: "Apriti!". Ed è l'uomo intero che guarisce "aprendosi" a Dio e al mondo.
È noto lo stretto legame che c'è tra la sordità e il mutismo. La guarigione richiede che ambedue gli organi vengano sanati. Potremmo dire che questo è vero anche nel campo della fede cristiana. C'è bisogno anzitutto che l'orecchio (l'uomo) si "apra" all'ascolto della Parola di Dio. Poi la lingua si scioglie per parlare. È stretto il legame tra ascolto della parola e capacità di comunicare. Chi non ascolta resta muto, anche nella fede. Questo miracolo ci fa riflettere sul legame tra le nostre parole e la Parola di Dio. Spesso noi non poniamo sufficiente attenzione al peso che hanno le nostre parole. Eppure, è attraverso le parole che esprimiamo noi stessi molto più di quanto crediamo. È necessario perciò anzitutto ascoltare la "Parola" di Dio perché essa purifichi e fecondi le nostre "parole", il nostro linguaggio, il nostro stesso modo di esprimerci.