Memoria dei defunti
Memoria di tutti coloro che si sono addormentati nel Signore. Ricordiamo in particolare quei defunti che non sono ricordati da nessuno e tutti quelli che sono cari al nostro cuore.
Leggi di più
Memoria dei defunti
Memoria di tutti coloro che si sono addormentati nel Signore. Ricordiamo in particolare quei defunti che non sono ricordati da nessuno e tutti quelli che sono cari al nostro cuore.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia 25,6.7-9
Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande,
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
l'ignominia del suo popolo
farà scomparire da tutta la terra,
poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: "Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
Salmo responsoriale
Salmo 26 (27)
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Seconda Lettura
Dalla lettera di Paolo ai Romani 8,14-23
Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: "Abbà! Padre!". Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L'ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità - non per sua volontà, ma per volontà di colui che l'ha sottoposta - nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Lettura del Vangelo
Alleluia, alleluia, alleluia !
Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dal vangelo di Matteo 25,31-46
Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me". E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna".
Alleluia, alleluia, alleluia !
Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Omelia
L'apostolo Paolo ci invita a contemplare il futuro riservato ai figli di Dio: "Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi... E se siamo figli siamo anche eredi", scrive ai romani. E aggiunge: "Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi". La memoria di oggi schiude ai nostri occhi uno spiraglio di questa "gloria futura". Per noi che siamo ancora sulla terra, questa gloria dovrà venire; per i morti che hanno creduto nel Signore invece è già svelata. Essi abitano su quel monte alto ove il Signore ha preparato un banchetto per tutti i popoli. E su quel monte, il velo "che copre la faccia", ossia l'indifferenza che ci fa ripiegare su noi stessi, è stato strappato: i loro occhi contemplano il volto di Dio. Nessuno di loro versa più lacrime di tristezza, come scrive l'Apocalisse. E qualora nel cielo ci fossero lacrime, sono quelle di una dolce e tenera commozione senza fine. Oggi, con gli occhi del cuore, pensiamo i nostri cari nel cuore stesso di Dio, il "luogo" che già da ora abitiamo ma che si aprirà nella sua pienezza inimmaginabile quando vedremo Dio "faccia a faccia".
Certo, c'è una separazione tra loro e noi. Ma anche una forte unione. Non è visibile agli occhi del corpo, ma non per questo è meno reale. La comunione con i nostri defunti ci è svelata dal mistero insondabile dell'amore di Dio che tutti raccoglie e tutti sostiene. Questo amore di Dio è la sostanza della vita. Tutto passa, anche la fede e la speranza. Solo l'amore resta.
È quanto il Signore Gesù ci dice nel brano evangelico odierno. L'unica cosa che conta nella vita è l'amore; l'unica cosa che resta di tutto quel che abbiamo detto e fatto, pensato e programmato, è l'amore. E l'amore è sempre grande; sebbene si manifesti in gesti piccoli come un bicchiere d'acqua, un pezzo di pane, una visita, una parola di conforto, una mano che stringe un'altra. E beati saremo noi se seguiremo le parole di questo Vangelo. Ci sentiremo dire al termine dei nostri giorni: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo", e la nostra gioia sarà piena.