Preghiera della sera. Meditazione di don Francesco Tedeschi sul Vangelo di Matteo (Mt 20, 1-16)
17 Августейший 2022 | продолжительность: 26:40
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“Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure sei invidioso perché io sono buono?” Così parla il padrone di questa parabola e ciascuno di noi, in realtà, si deve sempre confrontare con questa domanda. Infatti viviamo in un mondo in cui ci si confronta normalmente con altre logiche, quelle del profitto, del guadagno, del successo. Viviamo in un tempo in cui la bontà sembra essere fuori luogo, inopportuna, un segno di debolezza, qualcosa di poco adatto ai nostri tempi, difficili, duri, inospitali. Sembra oggi più efficace vivere nella chiusura, nella durezza, nel rispondere al male con il male. Ma non è questo il pensiero di Dio. Infatti il suo amore è tanto più largo del nostro; e per tutti il salario è quell'unico inesauribile denaro che è la parola di Dio. Come scrive l'apostolo Paolo ai Corinzi “Guai a me se non annuncio il Vangelo. Se lo faccio di mia iniziativa ho diritto alla ricompensa, ma se non lo faccio di mia iniziativa è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo”. Nel campo della vita e della storia, siamo tutti operai di questo Vangelo, presi a giornata. Il Signore, come il padrone della parabola, ha speranza in ciascuno di noi, in ogni uomo e ogni donna, e per questo non cessa di uscire a cercare operai per la sua vigna. Sente l’urgenza per la sua terra che non è coltivata, è abbandonata a se stesso e quando non è curata va facilmente in rovina.
0:00 Preghiera con la Comunità di Sant'Egidio
6:17 Lettura del Vangelo di Matteo (Mt 20, 1-16)
9:09 Commento sul Vangelo di Matteo (Mt 20, 1-16)
Sul Vangelo di Matteo
(Mt 20, 1-16)
Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".
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