Lo sguardo degli anziani: sogni, memoria e preghiera. Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani
24 Июль 2021 | продолжительность: 06:32
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Intervento di Maria Sofia Soli (programma Viva gli anziani, Comunità di Sant'Egidio) alla conferenza stampa di presentazione della prima Giornata mondiale dei Nonni e degli Anziani e del Messaggio di papa Francesco.
Testo
Desidero innanzitutto ringraziare per l’opportunità che mi è stata concessa di dare qui oggi la mia testimonianza di anziana. Il mio speciale ringraziamento va a Papa Francesco, che ha voluto dedicare a tutti gli anziani, nonni e nonne questa straordinaria Giornata Mondiale, in un tempo segnato dalla tragedia della pandemia, che ha visto molti di noi soccombere, spesso in solitudine, senza il conforto di un abbraccio, di un ultimo saluto o del ristoro della benedizione di un rito funebre.
Oggi che il male sembra allontanarsi sentiamo anche noi, fortemente, il bisogno di dare il nostro contributo per non “sprecare questa crisi”, per indirizzare l’umanità verso un futuro migliore, con meno egoismi e contrapposizioni e più fraternità. Sì, il futuro. Perché gli anziani non hanno lo sguardo rivolto solo verso il passato. La stanchezza o la fragilità non ci impediscono di sognare, per i nostri nipoti, per le generazioni che verranno. Non c’è mai un momento in cui tirare i remi in barca o pensare solo a sé stessi. Ogni età ha bisogno di esprimere una vita per gli altri. Ogni età ha la sua vocazione. E quanto è prezioso che Papa Francesco ce l’abbia indicata con tanta chiarezza nel suo messaggio: “custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli”. “Una vocazione rinnovata anche per te – ha aggiunto il Papa – in un momento cruciale della storia”.
Questo invito – lo dico con convinzione – esige un cambiamento da noi anziani, che spesso invece crediamo, a volte anche ostinatamente, di non poter più cambiare, di essere ormai quel che siamo, di non essere più utili a nessuno. Aiutare gli anziani soli, fare loro compagnia anche soltanto con una telefonata, mi fa sentire ancora tanto utile alla mia età. Invece spesso ci lasciamo andare a malinconie, risentimenti, tristezza. Tempo fa proprio il Papa ci disse: “Mi raccomando, parlate con i giovani, ma non per bastonarli, no: per sentirli, e poi seminare qualcosa. Questo dialogo è il futuro!”.
Fa molto male a noi anziani sentirsi ripetere che quanto viene dato a noi – risorse, attenzioni, cure – viene sottratto ai giovani. Non è così e non può essere così. I nostri nipoti sono parte di noi, sono la nostra estensione nel futuro, sono la vita che non finisce, sono la nostra vera e grande ricchezza. Quanto è triste un mondo che separa le generazioni e non le fa vivere insieme. Quanto abbiamo sofferto per questo durante la pandemia! È anche per questo che non ci piace essere confinati nei luoghi di ricovero, nelle case di riposo, dove le visite, quando sono permesse, sono programmate; dove gli affetti sono contingentati; dove ci si sente esclusi dalla vita.
Vogliamo onorare la nostra età piantando con tutte le energie che ci restano i tre pilastri di cui Papa Francesco parla nel suo messaggio: sogni, memoria, preghiera. Mentre attorno a noi il mondo sembra restringersi è bello dilatare lo sguardo del nostro cuore con i nostri sogni, e trasmetterli a chi verrà dopo di noi, sapendo che senza memoria non c’è futuro. La memoria non è fine a sé stessa, non ci rende prigionieri del passato. Come dice il Papa, sono le fondamenta di una casa in costruzione.
E infine, la preghiera. La Scrittura, la cui lettura e meditazione Papa Francesco tanto raccomanda, sostiene la nostra fede, perché il Signore “non trascura la supplica dell'orfano, né la vedova, quando si sfoga nel lamento. Chi la soccorre è accolto con benevolenza, la sua preghiera arriva fino alle nubi”. Da anziani si può imparare anche a pregare diversamente. La preghiera per noi anziani può essere il nostro servizio per gli altri. Non solo per quelli che conosco e mi sono vicini, ma anche per i malati, per i carcerati, per le vittime della miseria e della guerra. Con la preghiera si può trovare il modo migliore per viaggiare, per raggiungere tanti luoghi del mondo. Olivier Clément, un teologo
che ho imparato a conoscere con la Comunità di Sant’Egidio, scriveva: “Una civiltà dove non si prega più è una civiltà dove la vecchiaia non ha più senso. E questo è terrificante: noi abbiamo bisogno prima di tutto di anziani che pregano, perché la vecchiaia è data per questo”. La preghiera di noi anziani, nonni e nonne, esprime un sentimento materno verso gli altri che conducono una vita più attiva della nostra. E’ come dire: “Con il pensiero sono con te. Ti accompagno con il mio ricordo e la mia preghiera…”.
Grazie per la vostra attenzione.
Foto di copertina di laityfamilylife.va
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