Da Beira, Mozambico: "Questa gente ha perso tutto, ma vuole vivere e ancora aiutare gli altri"

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Giungono ulteriori aggiornamenti sulla situazione nella città di Beira, in particolare sui due centri clinici che offrono servizi sanitari tramite il programma DREAM della Comunità di Sant'Egidio: il centro Polivalente, situato vicino alla piazza del municipio, e il centro di Manga Chingussura nella periferia della città, che hanno da subito ripreso le attività e stanno curando più di 11.000 persone.

Il centro Polivalente ha subito molti danni durante il ciclone, soprattutto alle coperture, come del resto tutto il quartiere. Fin dal primo giorno nel centro si sono rifugiate circa 400 persone che avevano perso tutto. È davvero drammatico sapere che alcuni disabili e anziani, nel tentativo di raggiungerlo, purtroppo sono morti. Gli operatori e i volontari di Sant'Egidio sono stati tra i primi a prestare soccorso alle popolazioni colpite, offrendo cibo e generi di prima necessità che erano già stoccati nel magazzino del centro.

Un volontario ci ha appena scritto: "Oggi un bambino è arrivato con gli occhi di fuori, stavano servendo il cibo, mentre aspettava, ha avuto una crisi di nervi e ha cominciato a piangere, e gridava, - ho fame ho fame …-
Ho visto gente che si lavava nelle pozzanghere. Abbiamo comprato un tank per l’acqua potabile da 500 litri che mettiamo a disposizione per bere. Perchè ormai è contaminata, chi può la compra ma è gialla….
Ieri mentre preparavamo la distribuzione del cibo, le attiviste di DREAM cantavano canti religiosi delle comunità africane, bellissimi.
Ci siamo messi a piangere pensando che questa gente ha subito il ciclone, anche loro non hanno da mangiare, da bere, molti nemmeno un tetto, ma sono qui ad aiutare e mentre aiutano cantano la loro lode a Dio
". Vai alla fotogallery

VIDEO - Il ciclone in Mozambico con gli occhi di chi c'era. La testimonianza di Nelson Moda

Stiamo distribuendo olio, riso e farina, ma soprattutto è stat riattivata immediatamente l’assistenza sanitaria ai pazienti e a tutti coloro che avevano bisogno di essere curati. Infatti, la scarsità di acqua potabile sta aumentando sempre più il numero di casi di diarrea, specialmente nei bambini e questo ci spinge ad operare sempre più velocemente. Il rischio di colera è altissimo.

Il laboratorio ha ripreso in pochi giorni le attività di base, fornendo analisi cliniche di supporto alle principali problematiche sanitarie in corso, assistendo 4.000 pazienti e sostenendo anche i quelli di altre strutture che sono chiuse o parzialmente danneggiate.

Il secondo centro di Beira, Manga Chingussura, colpito solo in parte, è diventato un punto di riferimento per tutta la zona. Il centro, che ha in cura 7.000 pazienti, nei primi giorni dopo la catastrofe è stato affollato di tanti altri malati, anche qui con molti casi di diarrea e si sta cercando di curare tutti.
 
Sono stati inviate 30 tonnellate di generi di prima necessità, aiuti alimentari, materiale per la sanificazione dell’acqua e farmaci di prima necessità (antidiarroici e reidratanti per bambini).
 
Ma c'è bisogno di fare molto di più.

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