Una storia a lieto fine, e sono già 2500…

Oggi vogliamo raccontarti una storia, una sola tra le 2500 e più che stiamo scrivendo insieme. È la storia di un bambino, venuto in Italia con i corridoi umanitari. Il suo viso simpatico, la sua sedia a rotelle, il suo italiano vivace dall’accento genovese, ci aiutano a capire il messaggio di papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale delle Migrazioni: "Non si tratta solo di migranti".

Abudi  è arrivato a Genova nel febbraio 2016, con mamma e papà, attraverso i corridoi umanitari. È l'unico figlio sopravvissuto di una giovane coppia di Homs, in Siria, fuggita da un quartiere bombardato e rifugiata in Libano, nel campo profughi di Tell Abbas. Abudi ha 10 anni e la spina bifida. Vivace come solo i bambini sanno essere, nel campo profughi ha già imparato a chiedere a tutti in italiano “Come ti chiami?”. Ha voglia di vivere, e si vede: viene portato al Gaslini di Genova, ricoverato e operato d’urgenza. Il neurochirurgo che lo ha tuttora in cura ha dichiarato che si è arrivati appena in tempo! Nei due mesi trascorsi in ospedale, Abudi conquista tutti: sorridente, mai capriccioso, nonostante  la postura fissa, le cannule, i dolori, a chi gli chiede come sta risponde sempre "bene ".

All’uscita dall'ospedale trova una nuova casa, vicina alla scuola, un fratellino in arrivo... Abudi ha iniziato la scuola elementare in terza, oggi sta finendo la quinta. Ha partecipato ad ogni attività della classe, comprese le gite scolastiche. I suoi spostamenti sono affidati alla carrozzina che ormai maneggia con destrezza, esce con gli amici della
Scuola della Pace, presto andrà nuovamente in vacanza con loro. Ha festeggiato i 13 anni ad aprile con molti amici e vicini di casa che hanno imparato a conoscere e a voler bene a questa famiglia, che si è perfettamente integrata.

Come ha detto recentemente il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo “Quando con i corridoi umanitari accogliamo con la Chiesa italiana e con le comunità evangeliche i rifugiati siriani o dell’Africa, chiediamo alle parrocchie, alle famiglie, alle comunità, di accoglierli e di integrarli. Attorno a questo lavoro si crea una sinergia impressionante, la gente si conosce e lavora, anzi collabora perché queste persone si integrino. È un lavoro di popolo, di piccoli paesi, di parrocchie, un lavorare insieme”. (vai all’articolo)
Un lavoro che continua: il 4 giugno prossimo infatti, arriveranno in Italia altri 57 profughi siriani.

Quest’anno dedicheremo i fondi raccolti con il 5xmille destinato alla Comunità a implementare i corridoi umanitari, per scrivere altre storie come questa.

Pensaci! Puoi aiutarci con la tua firma e con un numero 80191770587

E se vuoi invitare altri a farlo, condividi la cartolina con chi vuoi.
 

 

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