Le persone con disabilità come protagonisti dell'inclusione nei laboratori d'arte di Sant'Egidio. VIDEO

In via dell'Archeologia, periferia di Roma, nel quartiere di Tor Bella Monaca, una delle vie più note alla cronaca, vive una toccante esperienza di cui sono protagonisti persone con disabilità. Il Museo Laboratorio d'Arte di Sant'Egidio è "uno spazio pacificato" in cui persone diverse, di tutte le età, con disabilità o non trovano "amicizia, libertà creativa e occasioni di riflessione su tanti temi emergenti" come racconta Maria Carosio a Buongiorno Regione. 

Nel servizio di Rosario Carello si conoscono da vicino le storie degli artisti mentre sono al lavoro. Dietro i colori delle opere, si leggono storie dolorose, come quella di Annamaria, che viveva nelle baracche. "Era brutto. Non c'era l'acqua. Per fare la doccia, mia madre scaldava l'acqua nelle pile. Vivevo nella zona del Lungotevere. Non si poteva più stare lì e siamo andati via".  In un suo quadro la strada della baracca è dipinta con colori spenti e cupi. Annamaria ha passato parte della sua giovinezza in manicomio a Santa Maria della Pietà. Su delle ante di finestre ha dipinto i colori del giardino che vedeva dalla finestra della sua stanza. Ora vive in una casa e partecipa da anni al laboratorio.

Nei nove laboratori romani di Sant'Egidio le persone con disabilità "che normalmente sono scartate e messe ai margini della società, diventano il fulcro e le guide stesse del museo" che fa riflettere su molti temi, come ad esempio la situazione dei bambini soldato che scappano per non diventare "macchine da guerra", come racconta un'altra artista che si chiama Annamaria.

Questo lavoro parte da pomeriggi di studio, in cui portano il loro contributo studenti come Francesca, Stephany e Fabio, che a loro volta apprendono la spontaneità degli artisti e la loro capacità di volere bene.

Da 10 anni il Museo Laboratorio porta speranza al quartiere, con la scelta di porre la periferia al centro con una risposta culturale, bella e attrattiva. La sfida che si pone è di scegliere l'inclusione di tutti, nelle periferie vicine e lontane, riducendo le zone di esclusione. È il messaggio emerso anche alla recente presentazione di INCLUSION / EXCLUSION al Teatro di Tor Bella Monaca, per fare in modo che con la cultura e la creatività si sviluppino nuovi percorsi di inclusione.