Il ricordo di una famiglia di ebrei deportati unisce il quartiere milanese di Corvetto

L'incontro allo spazio Living Together di Milano e la commemorazione alle pietre d'inciampo

A Milano nello spazio “Living Together” della Comunità di Sant’Egidio, gli abitanti del quartiere Corvetto si sono ritrovati per ricordare la famiglia Varon che, deportata ad Auschwitz nel 1944, non ha più fatto ritorno. Insieme hanno portato fiori alle pietre d’inciampo che sono state poste di recente all’angolo di via dei Cinquecento, dove erano le case popolari dove vivevano i Varon, ebrei provenienti dalla Turchia. Il quartiere Corvetto ha oggi una popolazione di più provenienze rispetto al passato e un’immagine del “vivere insieme” — segno della cultura dell’incontro e dell’inclusione che è mancata negli anni bui della persecuzione degli ebrei— è la partecipazione alla commemorazione, alla quale si sono unite diverse famiglie di migranti. Hanno letto insieme i nomi, le date, il campo di destinazione che sono incisi sulle pietre d’inciampo, che in diverse città europee sono poste davanti alle case delle persone deportate per fare memoria quotidiana dell’orrore della Shoah.
La storia dei Varon è stata conosciuta attraverso Hasdai, che si scampò alla retata. Anziano, viveva in una residenza sanitaria assistenziale, visitata dalla Comunità. Nell’incontro nello spazio Living together si è ripercorsa la storia dei Varon e si è ascoltata, dalla voce di Ida, anziana abitante di Corvetto, la testimonianza della guerra, delle rappresaglie dei nazisti, dei bombardamenti, dei rifugi senza luce. Ida ha aiutato i partecipanti a immaginare come fosse diverso il quartiere e il mondo che ha vissuto, esortando in particolare i giovani a rifiutare sempre la violenza, di fronte all’indifferenza, al fascino della guerra e a nuove espressioni di antisemitismo, per rendere possibile una città del “vivere insieme”.