Giovani per la Pace: l’attivismo non si ferma, ma si organizza online

#RestiamoUniti per "aprire gli occhi sul mondo"

Chiusi in casa, in tempi di COVID-19, i giovani vedono gli amici con videochiamate e videochat. I Giovani per la Pace, abituati a vedersi di persona – per aiutare insieme anziani, bambini, persone senza dimora e per promuovere questa solidarietà con incontri e conferenze – hanno sperimentato un nuovo modo di incontrarsi.

Il movimento di solidarietà e cultura legato alla Comunità di Sant’Egidio si è riunito virtualmente lunedì 16 marzo per l’incontro dal titolo “Giovani per la Pace sulla frontiera. La dura strada dei profughi dei migranti”. Ne parla un articolo su Vita.it

Grazie alla piattaforma informatica Teleskill, ragazzi e ragazze di tutta Italia si sono collegati online per ascoltare il racconto di Francisco Guevara, un giovane di Sant’Egidio, che ha trascorso alcune settimane con i profughi di  Tapachula, alla frontiera tra Messico e Guatemala.

Francisco ha raccontato la dura vita dei migranti, molti dei quali appena bambini, in viaggio per raggiungere il “sogno americano” o anche il “sogno messicano”.
Protagonisti del racconto anche i disegni dei bambini, attraverso i quali si legge la storia di viaggi pericolosi, di violenza e anche di speranza.

Il prossimo appuntamento di #restiamouniti è il prossimo lunedì. Si parlerà di Sud Sudan, insieme a Paolo Impagliazzo, Segretario generale della Comunità, che ha accompagnato i protagonisti nel processo di pace, giunto al significativo passo della firma della Dichiarazione di Roma.
Anche in questa occasione i partecipanti potranno rivolgere domande e condividere riflessioni.

In un tempo in cui prevale la preoccupazione per se stessi, durante l’emergenza coronavirus, i Giovani per la Pace lanciano così la proposta di tenere aperti gli occhi sul mondo.

Il primo incontro di #RestiamoUniti è disponibile online
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