Liturgia per i 49 anni della Comunità di Sant'Egidio

Presiede il card. Betori, S.Maria Maddalena dei Pazzi, Borgo Pinti, ore 17.45

Giovedì 4 maggio 2017, l’arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori, presiederà una liturgia per il 49 esimo anniversario della Comunità di Sant’Egidio, alle ore 17.45, nella chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, in Borgo Pinti.

In allegato l'invito per la liturgia di giovedì 4 maggio 2017

"Preghiera, poveri, pace" ha detto Papa Francesco sono come tre nomi di Sant'Egidio. Preghiera, annuncio e ascolto del Vangelo, ogni sera. Scuola di italiano, condivisione con gli anziani, scuola della pace con bambini e adolescenti di ogni provenienza, cena per i senza fissa dimora. Le tre "P-Preghiera, poveri, pace" di Sant'Egidio hanno a Firenze il volto degli anziani del centro, del Ponte di Mezzo e San Frediano, come anche di Montedomini, e dei nomadi come anche degli immigrati che studiano italiano nelle scuole per i profughi nella sede di San Tommaso in via della Pergola e in quella a due passi dalla stazione centrale, poco lontano da dove Sant’Egidio porta la cena ai senza fissa dimora, amici di sempre, o, ancora, a San Frediano.

Con i senza fissa dimora la preghiera a gennaio in memoria di Vezio e per essi la guida 'Dove dormire mangiare lavarsi', mappa della città solidale.
Ma ci sono anche gli ‘Amici’, nome dato all'alleanza stabile e profonda con i portatori di handicap e la loro scuola di pittura, con una mostra di grande successo in Palazzo Davanzati. Ma si potrebbe parlare anche del ‘Pranzo di Natale’ (nel 2016 nella Basilica di San Lorenzo) o di ‘Dream’, il sogno di guarire i malati di Aids che è diventato una terapia efficace che dà vita, o ancora di 'Bravo', il progetto anagrafico per dare un nome e un cognome ai bambini che vivono per strada in Africa.

Da questo coinvolgimento nella vita dei poveri e della città, maturato e rinnovato ogni giorno nell'ascolto del Vangelo, nascono iniziative coinvolgenti, come la Festa di Sant'Abramo con più gli anziani della città, soprattutto degli istituti, nella basilica della Santissima Annunziata e il coinvolgimento della Misericordia e delle Pubbliche assistenze.

Momenti di veglia per chi "muore di speranza" come i migranti nel Mediterraneo e in altre latitudini del pianeta, a novembre la marcia silenziosa fino alla sinagoga in memoria della deportazione degli Ebrei fiorentini e poi l'incontro a Sollicciano con i leader religiosi per rendere partecipi i detenuti della campagna mondiale contro la pena di morte e l'invito alle città toscane a illuminarsi per dire no alla pena capitale.

La partecipazione della città diventa cultura e anche Rigiocattolo e ancora un corteo, Pace in tutte le terre, che segna il primo gennaio di ogni anno l'orientamento di un passo comune lungo tappe significative di Firenze.