Madri e figli rifugiati: dall'accoglienza all'inclusione. Non un'utopia ma una realtà possibile

Presentato il progetto di Sant'Egidio con MSD Italia a sostegno delle donne rifugiate

Aiutare una donna significa aiutare un'intera famiglia, ma anche innescare un processo virtuoso che le permetterà non solo di essere autonoma ma di poter a sua volta aiutare altre donne. In una sola parola: integrazione. E' questa l'idea alla base del progetto della Comunità di Sant’Egidio “Madri e Figli rifugiati: dall’accoglienza all’inclusione”, reso possibile grazie ad un’erogazione liberale di Merck & Co. per conto della sua consociata italiana MSD, presentato ieri in una conferenza stampa nella Scuola di Lingua e Cultura Italiana di Sant’Egidio.

"L’inclusione non può fermarsi all’accoglienza – spiega Daniela Pompei, responsabile di Sant’Egidio per i servizi agli immigrati – dedichiamo questo progetto alle donne rifugiate e ai loro figli perché sono più a rischio. Aiuteremo 400 donne. Molte sono arrivate attraverso i barconi e hanno alle spalle non solo il dramma del viaggio ma anche la violenza della tratta. Altre sono arrivate con i corridoi umanitari. Il primo passo è l'apprendimento della lingua. Ma ci sono molti altri fronti: l’assistenza legale per richiedere la protezione internazionale, kit di sussistenza per i bambini, l’integrazione a scuola, corsi di economia domestica e di assistenza agli anziani e ai disabili in modo che possano trovarsi un lavoro.

"Il mio sogno è che aiutando queste 400 donne, in 400 modi differenti, le metteremo in condizioni di aiutare loro stesse e altre 400 donne e quindi le loro famiglie, e poi altre 400 e così via - ha spiegato Nicoletta Luppi, Amministratore Delegato di MSD Italia - Possiamo fare molto per queste madri e i loro figli ma possiamo imparare altrettanto: in primis la lezione del coraggio, sono pronte a mettersi in discussione, a studiare e ad imparare, queste donne sanno che il futuro si conquista con il lavoro, con la dedizione e con l’impegno. Questa è una lezione che troppe volte si tende a dimenticare".