Carità fino al martirio: veglia di preghiera in memoria di coloro che hanno offerto la loro vita per il Vangelo

Il card. vicario Angelo De Donatis ha prima guidato una marcia accompagnata dal canto e poi presieduto una veglia di preghiera in memoria dei martiri del nostro tempo nella basilica di San Bartolomeo, sull’Isola Tiberina, santuario dei testimoni della fede del XX e del XXI secolo, costituito da Giovanni Paolo II e da lui affidato alla Comunità di Sant’Egidio.

L’iniziativa diocesana, fortemente voluta da mons. De Donatis, cui ha prontamente aderito la Comunità di Sant’Egidio, dal nome “Carità fino al martirio”, ha inteso ricordare i missionari, i sacerdoti, i laici, i cristiani di tutte le confessioni, che hanno versato il loro sangue per la fede nel corso degli ultimi anni.
In basilica, dopo la lettura del Vangelo delle Beatitudini secondo Matteo, è stato proiettato un video, realizzato per l’occasione, con la testimonianza di frère Jean-Pierre Schumacher, uno dei due sopravvissuti di Tibhirine (nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996 sette monaci furono prelevati dal monastero di Notre-Dame de l’Atlas, per essere uccisi due mesi dopo; sono stati beatificati l’8 dicembre scorso ad Algeri). Testimonianza, la sua, della brutalità di quella notte, ma anche della scelta mite, ma forte, di restare in Algeria, come un servizio alla riconciliazione ed all’umanità.

Sono seguiti i nomi e la memoria di quanti hanno offerto la propria vita per Cristo in ogni continente, prima nelle Americhe, poi in Africa, quindi in Asia, infine in Europa. Dopo ogni nome, l’accensione di candele di fronte all’altare e alla grande icona “dei nuovi martiri”, ad opera di confratelli e consorelle dei martiri, ovvero di fedeli della diocesi di Roma, nonché di rappresentanti ortodossi ed evangelici e di giovani dei diversi continenti. A chiudere la memoria di ogni continente, di ogni contesto di martirio, alcune intenzioni di preghiera e l’ingresso di una croce proveniente dalle cappelle laterali della basilica, quelle in cui sono custodite le reliquie e le memorie dei testimoni della fede del Novecento e del nuovo millennio.
“Tutti noi abbiamo contratto un debito nei confronti di questi testimoni della fede”, ha sottolineato mons. De Donatis nella sua meditazione. “Essi sono stati pietra d’inciampo alla pretesa del male di soggiogare i popoli”. Lo abbiamo colto, ha continuato il cardinal vicario, nella testimonianza di frère Jean-Pierre, vedendo come “la debolezza si sia fatta attrazione e speranza”; lo abbiamo ascoltato dalle Beatitudini: tutti costoro, apparentemente sconfitti, “hanno scelto la vita, il loro orizzonte è stato quello del Regno”. “Questi fratelli e queste sorelle ci sono maestri in questo tempo di Quaresima, guida nel cammino verso la Resurrezione. Ripartiamo da qui, per ritrovarci in una sola famiglia e per annunciare al mondo intero che il male può essere vinto con il bene”, ha concluso mons. De Donatis.