Tre Giorni Senza Frontiere: a Catania è il tempo dell'abbraccio tra "vecchi e nuovi" europei

“Sant’Egidio e il Mediterraneo: il tempo dell’abbraccio”. Questo il titolo dell’edizione appena conclusa di Tre Giorni Senza Frontiere, la manifestazione della Comunità di Sant’Egidio a Catania, che ha coinvolto 250 richiedenti asilo, europei e nuovi europei. “Nell’abbraccio vince l’amicizia, la simpatia e l’amore vicendevole: solo chi si abbraccia non fa prevalere la sua forza” ha detto Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, nel saluto inviato sui social, e ha aggiunto “un abbraccio come quello che ha accolto il piccolo John Egidio e la sua famiglia sbarcati a Catania”, ricordando il segno di accoglienza della Comunità.
Sui social anche persone del mondo dello spettacolo hanno manifestato il loro sostegno all’iniziativa e al suo messaggio di solidarietà, come Leo Gullotta, Gino Astorina e Salvo La Rosa.

Sono stati tre giorni di amicizia, tra giochi sulla spiaggia e per la città, ma anche di riflessione e di memoria. Il 10 agosto 2013 Catania conobbe il primo tragico sbarco nel quale persero la vita sei giovani egiziani. Il Lido Verde è divenuto un luogo di memoria, con la stele posta dalla Comunità a ricordo dei nomi e con la commemorazione che caratterizza ogni edizione della Tre Giorni Senza Frontiere. È il momento di “una comprensione più profonda dell’altro Mediterraneo e della sua gente, quella diversa da me per provenienza ma identica a me per voglia di vivere insieme, per umanità, per diritti” ha detto Emiliano Abramo.

L’11 agosto, nel giorno e nella chiesa dedicata a Santa Chiara, e che ospita la preghiera della Comunità, insieme giovani e anziani hanno fatto memoria dei nomi e delle storie dei migranti per consegnare un’eredità di accoglienza ai tanti che si chiedono cosa fare per rispondere alla sofferenza degli altri. La risposta è: accogliere, dialogare, rinnovare l’abbraccio a chi cerca sostegno nella debolezza.