Papa Francesco: "valorizzare la saggezza degli anziani". A Firenze il convegno "La forza degli anni. Senza sogni si invecchia davvero"

"Si individuino per gli anziani concrete politiche di sostegno ai loro bisogni e modelli positivi per valorizzare la loro esperienza e saggezza". E' l'auspicio con cui Papa Francesco, in un messaggio scritto, ha salutato il convegno "La forza degli anni. Senza sogni si invecchia davvero", promosso a Firenze, in Palazzo Vecchio, venerdì 18 e sabato 19 ottobre dalla Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con il Comune, l'Arcidiocesi e la Fondazione Cr Firenze. Il Papa ha augurato che il convegno possa contribuire "ad affermare il ruolo degli anziani nella società". Presenti anche l'imam di Firenze Izzedin Elzir, il Presidente del Consiglio comunale Luca Milani e l'assessore al welfare Andrea Vannucci.

Il convegno è nato dal desiderio di dare voce pubblicamente agli anziani. Per affrontare i nodi del presente e provare a dare risposte soprattutto alle giovani generazioni, è necessario ascoltare la voce spesso silenziata di chi ha affrontato con responsabilità i molti anni vissuti.

Per il sindaco Nardella, “gli anziani sono essenziali. Il futuro è dei giovani ma in realtà è di tutti, anzi io credo che sia ancora più importante che una persona anziana si ritenga protagonista della costruzione del futuro. Se cosi non fosse gli anziani lascerebbero andare un po' tutto, invece noi abbiamo bisogno dell'esperienza, della saggezza, dell'equilibrio, anche per costruire il futuro”.

La Senatrice a vita Liliana Segre ha inviato un messaggio video alla platea: “Mi rivolgo a tutti come nonni ideali. Bisogna essere forti, tramandare ai nostri nipoti, sempre, una storia di forza e di speranza, mai di odio, di violenza, di quelle cose che ci hanno rattristato la vita. Ma una visione di amore, quello che noi abbiamo provato per loro e quello che proveranno loro per i loro figli". E ricorda: "Sono stata anch'io una bambina. Sono stata amata moltissimo della mia famiglia, ma esclusa dalla società totalitaria in cui vivevo per la colpa di essere ebrea. Sono stata espulsa dalla scuola. Quella parola, 'espulsa', mi ha segnato per sempre”.

Anche Enio Mancini è stato un bambino. Lo era quando a Sant'Anna di Stazzema i nazisti, accompagnati da fascisti che conoscevano i luoghi, lo rastrellarono insieme ai suoi familiari e amici.
Sono un bambino fortunato – ha detto Mancini – Sono sopravvissuto al contrario di circa altri 140 come me. Quando si uccide un bambino si uccide l'umanità. Giravamo scalzi, senza gli zoccoli che erano le calzature di noi bambini. Cercavo i miei amici e non li riconoscevo”. Il fuoco e le armi li avevano resi irriconoscibili: “Mi portarono via, mentre i padri tornavano e cercavano disperatamente i loro bambini, che erano tra le vittime insieme a circa 250 donne e centinaia di anziani. Ho vinto il rancore. Col tempo i tedeschi sono tornati in questo luoghi e ora incontro i bambini delle loro scuole”.
Testimonianze come quella di Enio Mancini sono nate dall'avere sperimentato un'estrema fragilità, mentre, ha osservato il pittore italo-albanese Besnik Sopoti, autore dell'immagine del convegno, “crescevano le marce e le sfilate del nulla”.

"La cosa più nociva che possiamo pensare e' quella di contrapporre gli anziani ai giovani - ha detto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze -. Il Papa lo ricorda sempre, la societa' va avanti con i sogni dei giovani ma anche con l'esperienza degli anziani. I giovani sono sostenuti dallo slancio degli anziani".

Ogni anziano, osserva Cosimo Martinese, “è una raccolta di storie” e tra questa vi è quella di non pochi anziani che a Firenze fanno gratuitamente scuola ai bambini italiani e stranieri e ai giovani richiedenti asilo. Tra questi è Godstime Akhelumele, nigeriano che oggi a Firenze fa il panettiere, oppure Francis Cobbinah, ghanese, che oggi lavora in una macelleria e quando smette di lavorare spesso va a portare da mangiare ai senza fissa dimora.

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