A Torino i Giovani per la Pace ricordano la Shoah

I Giovani per la Pace di Torino e Novara hanno visitato i luoghi della memoria della deportazione degli ebrei

Sabato 1 febbraio i ragazzi delle Scuole della Pace e i Giovani per la Pace di Novara e Torino hanno visitato alcuni luoghi della memoria della deportazione degli ebrei e sostato nelle strade dell'antico ghetto della città di Torino. Il binario della stazione di Porta Nuova da cui partivano i treni per i campi di concentramento, la sinagoga e l'antico orfanotrofio ebraico, che ospitava i bambini rimasti senza genitori a causa della guerra, sono stati i luoghi più significativi della visita.
Uno dei protagonisti ha raccontato:”Mentre eravamo fermi presso tre pietre d'inciampo e stavamo leggendo la storia di quella famiglia deportata, una coppia di anziani ebrei si è avvicinata incuriosita e colpita”. Si trattava di Riccardo e Lia Levi, ebrei torinesi che conoscevano Primo Levi. Trovando tanti ragazzi riuniti insieme, hanno voluto  prendere la parola e Lia ha detto:  “Quando vedo qualcuno davanti alle pietre d'inciampo io non posso non fermarmi a parlare. Il razzismo è come un virus e come tutti i virus va combattuto con gli anticorpi. Quando non ci sono gli anticorpi il virus si propaga, quando ci sono si spegne”. Lia si è salvata perché ha trovato rifugio in un istituto di suore: "Non mi hanno mai proposto di cambiare religione, dovevo confessarmi per dimostrare di essere cattolica ma il confessore, un uomo santo, non mi dava preghiere da recitare".
Il marito di Lia, Riccardo, profondamente commosso, ha raccontato di essere stato all'orfanotrofio ebraico alcuni mesi a causa di una malattia della sua mamma. "Era un posto terribile, tutti i bambini aspettavano continuamente che qualcuno venisse a prenderli per portarli a casa ma non arrivava nessuno...".  L'orfanotrofio è stato utilizzato anche dopo la fine della guerra,  per i bambini ebrei di cui non si trovavano più i genitori, morti nei campi di concentramento.
Questo incontro imprevisto, avvenuto per strada, ha impreziosito la visita dei giovani. Proprio negli ultimi giorni le scritte antisemite comparse a Torino e in altri luoghi del Piemonte avvertono tutti quanti che è urgente sviluppare nelle giovani generazioni gli anticorpi contro il razzismo. La Scuola della Pace con i Giovani per la Pace non smetterà mai di farlo.