“La preghiera, la parola, il volto”: alla ricerca del codice comunicativo di Dio. Intervista ad Andrea Riccardi

Nel suo ultimo libro, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, accompagna il lettore alla scoperta degli strumenti per parlare col Signore: la preghiera, l’ascolto della Parola e la contemplazione del volto di Cristo nelle icone. “E’ un linguaggio – ci spiega – diverso da quello rapido e prepotente, centrato su noi stessi, che usiamo ogni giorno”

La preghiera è il cuore della vita della Comunità di Sant’Egidio, la sua prima “opera”. Sotto lo sguardo di Gesù, raffigurato dall’antica icona russa del Mandylion custodita nella piccola chiesa romana che dà il nome alla Comunità, ai piedi dei mosaici della basilica di Santa Maria in Trastevere, e ovunque si trovi un gruppo della Sant’Egidio, la sera ci si raccoglie attorno al Signore per ascoltare la sua Parola, dalla Bibbia sempre aperta sull’altare, e rivolgersi a lui nella preghiera.

L'uomo e la donna di oggi davanti al "silenzio di Dio"
Non stupisce allora che il fondatore della Comunità, lo storico del cristianesimo Andrea Riccardi, abbia dedicato il suo ultimo libro a “la preghiera, la parola, il volto” (Edizioni San Paolo, 176 pagine). In un mondo dominato da una comunicazione rapida e incalzante, si chiede Riccardi, classe 1950, autore di biografie di San Giovanni Paolo II e di altre personalità, hanno ancora senso la preghiera e la lettura della Parola di Dio? Che significa pregare di fronte all'abisso del male e del dolore? Come può l'uomo contemporaneo affrontare il “silenzio di Dio”? (Continua a leggere su vatican news)