Solidarietà euro-africana contro la pandemia: nei laboratori DREAM di Sant'Egidio in Malawi i test per la diagnosi del COVID-19

Il laboratorio del centro DREAM di Balaka, zona rurale nel centro del Malawi, è da pochi giorni uno dei 7 centri del Paese per ricevere campioni ed eseguire i test per la diagnosi del COVID-19, e sarà al servizio di tutta la regione sud orientale del paese, come ha annunciato il Ministro della Salute Jappie Mhango in conferenza stampa a Lilongwe.

È un risultato reso possibile dagli investimenti in risorse umane, formazione e strutture fatto negli ultimi 15 anni, che in una zona così povera e rurale possano funzionare strumenti e apparecchi di laboratorio sofisticati.

L’intuizione del programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio è stata quella di comprendere che la sfida della lotta all’AIDS poteva trasformarsi in una chance per riorganizzare e far crescere i fragili sistemi sanitari dei paesi africani, a partire dall’adozione delle migliori tecnologie e protocolli disponibili, per uno standard di cura allo stesso livello dei paesi occidentali.

Negli anni, DREAM ha investito moltissimo in infrastrutture: il programma ha iniziato le sue attività in Malawi nel 2005 e da subito ha allestito 3 laboratori di biologia molecolare per la diagnosi e il monitoraggio della cura dell’HIV- AIDS.
L’investimento in formazione del personale locale e in know-how ha permesso fin dall’origine dell’emergenza COVID-19 di essere un’avanguardia nella prevenzione della diffusione del virus. Per il personale specializzato già in servizio è stato sufficiente organizzare un breve corso di formazione di una settimana e organizzare l’approvvigionamento di reagenti e materiali.

Già da marzo 2020, molto prima della diagnosi del primo caso di COVID-19 in Malawi, i centri DREAM del paese hanno adottato tutti i dispositivi di protezione individuale necessari per il personale; informato attraverso l’educazione sanitaria; stampato materiale informativo per tutti coloro che avevano accesso ai centri; istituito un triage all’ingresso dei centri per l’individuazione dei casi sospetti. Sono stati allestiti percorsi speciali per i pazienti per prevenire i contagi che, come i paesi occidentali hanno mostrato, si diffondono prevalentemente in strutture e residenze sanitarie.
Ad aprile è stato diagnosticato il primo caso di COVID-19 in Malawi e ad oggi si registrano 41 casi e 3 deceduti a causa della nuova pandemia. C’è molto timore per quello che potrà accadere nelle prossime settimane. Lo studio epidemiologico delle curve della diffusione del contagio, fa temere un picco di infezioni nei prossimi mesi che coincidono con l’inverno nell’emisfero australe.

La solidarietà euro-africana, che ha portato risultati e dignità nella cura dell’HIV-AIDS, è ora la strada per combattere la pandemia, che ha mostrato come tutti i popoli siano connessi tra di loro e di quanto ci sia bisogno di una circolazione di competenze e tecnologie.

Per approfondire

Intervenire con urgenza in Africa. Videoconferenza stampa da Sant'Egidio con proposte per la prevenzione nei paesi africani

Il Programma DREAM 2.0