Alla sinagoga di Genova la fraternità tra le religioni nella memoria della deportazione degli ebrei

La commemorazione del 3 novembre 1943

"La memoria della deportazione degli ebrei deve spingerci a rafforzare i legami che uniscono: cristiani, ebrei, tutti dobbiamo essere uniti, riconoscerci come fratelli. Il rischio, altrimenti, è quello di farsi trascinare dall'aggressività e dalla violenza". Padre Marco Tasca, arcivescovo di Genova ha partecipato alla cerimonia per la memoria della deportazione degli ebrei genovesi, il 3 novembre 2020 e ha proposto il ricordo e la fraternità come risposta ai recenti attentati a Nizza e a Vienna.

Alla commemorazione nella Sinagoga di Genova, che Sant’Egidio organizza da undici anni insieme alla Comunità ebraica e al Centro culturale Primo Levi, insieme al vescovo Tasca hanno partecipato il rabbino capo Giuseppe Momigliano, il presidente della Comunità ebraica Ariel Dello Strologo, il sindaco Marco Bucci, il prefetto Carmen Perrotta, l’assessore regionale Ilaria Cavo. Collegato da Roma, anche Riccardo Pacifici, già presidente della Comunità ebraica di Roma e nipote del rabbino di Genova ucciso nel 1943, proprio all’inizio della persecuzione violenta nazista. A nome di Sant’Egidio ha parlato Andrea Chiappori: "questa memoria non è una vicenda di ieri. Anche oggi vediamo un'Europa indebolita a causa di cuori svuotati e dell'incapacità di dialogare: dobbiamo esercitarci nella discussione per uscire dalla debolezza e dall'isolamento".

La registrazione video dell'evento