Indignazione morale di fronte all'isolamento degli anziani istituzionalizzati. Sant'Egidio chiede di diversificare l'offerta socioassistenziale

 "Un atto di indignazione morale di fronte ai dati sempre più gravi, da inzio pandemia ad oggi, sul mondo delle Rsa, delle case di riposo e delle residenze per anziani". Così Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, ha aperto la conferenza stampa che ha illustrato i risultati di un'inchiesta condotta dalla Comunità sulla condizione degli anziani istituzionalizzati nel tempo della pandemia. (Guarda il video)

"Denunciamo il fatto che ci troviamo in una eterna ‘zona rossa’ anche in questi giorni quando quasi tutta l’Italia è arrivata alla zona gialla”.

Dai dati presentati nell’indagine condotta in 240 strutture di 11 città e 10 regioni, emerge che in più del 64% di queste non si consentono visite a familiari, amici o volontari, e viene impedita addirittura l’uscita anche per le visite specialistiche. Solo nel 20% degli istituti sono state approntate le cosiddette “stanze degli abbracci” e in metà delle Rsa non ci si è attrezzati neppure per le videochiamate. Solo il 64 delle strutture, infine, hanno garantito una assistenza religiosa a chi lo richiedeva (per i dati completi clicca qui)

“Da queste strutture – ha denunciato Impagliazzo nel corso di una conferenza stampa – non si esce o si esce ancora molto poco. Nonostante le direttive, le indicazioni e gli appelli venuti anche dal Ministero della salute sugli effetti nefasti della solitudine per gli anziani, nonostante le pressioni dei familiari quasi nulla è cambiato fino ad oggi”. Secondo Sant’Egidio proprio la pandemia ha messo ancora più a nudo l’approccio errato dell’assistenza alle persone fragili o anziane nel nostro paese tutta puntata solo sull’istituzionalizzazione portata a sistema.

Oggi, di fatto, - ha proseguito il presidente della Comunità – questa è l’unica risposta, ma non funziona da prima del Covid come avevamo denunciato. La mancanza di diritti in questi luoghi è stata solo accentuata dal Covid e c’è una sproporzione tra i costi delle strutture sulla collettività e la qualità del servizio davvero erogato. Parlerei di un sistema vasto e fuori controllo perchè si opera in regime di monopolio”.

Questo, è stato fatto notare, mentre non superano le 18 ore quelle assegnate di media per l’assistenza domiciliare ad un anziano. “L’unica soluzione – ha spiegato ancora il presidente di Sant’Egidio – è allora differenziare l’offerta e l’assistenza. Sottolineiamo con favore le parole di Draghi alle Camere sul PNRR quando ha affermato che oggi occorre lavorare in un contesto di deistituzionalizzazione.

Questa sarà la vera risposta. Non vogliamo ovviamente chiudere tutte le strutture, ma sosteniamo le novità annunciate per tornare a chiedere una effettiva differenziazione delle offerte di assistenza proprio mentre apprendiamo che, dopo le tante morti per Covid, putroppo da Asl e altre realtà c’è una corsa a riempire nuovamente le Rsa. Le risposte sono case-alloggio, case-famiglie, assistenza domiciliare e monitoraggio attivo degli anziani e telemedicina”. (fonte Askanews)