Il programma BRAVO! presenta i risultati del lavoro compiuto in Burkina Faso dal 2018 al 2021

Il programma BRAVO! della Comunità di Sant'Egidio ha iniziato nel 2018 a combattere il fenomeno dei “bambini invisibili” in 38 comuni della regione di Centro-Ovest del Burkina Faso, attraverso la registrazione delle nascite allo stato civile, grazie al sostegno della Provincia Autonoma di Trento e della Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo.  

In questi anni, più di 84.000 neonati e più di 20.000 bambini sopra i 5 anni, sono stati registrati alla nascita grazie ai 222 uffici di registrazione istituiti nei centri sanitari dal Programma BRAVO!. La registrazione delle nascite è un problema mondiale: dei 125 milioni di bambini nati nel mondo ogni anni, 48 milioni non sono registrati alla nascita. Nella regione di Centro-Ovest del Burkina Faso prima dell’inizio del progetto solo il 62% dei bambini di età compresa tra 0 e 4 anni possedeva un certificato di nascita. Il più delle volte, le registrazioni avvenivano con procedura tardiva, che è a pagamento ed espone i bambini al rischio di sfruttamento, tratta e abusi.

Sulla base di questa osservazione il Programma BRAVO! è riuscito a facilitare la registrazione dei minori che frequentano le scuole, promuovendo sia la registrazione dei neonati alla nascita che le iscrizioni tardive dei bambini che frequentano le scuole primarie.

“La distanza è uno dei principali problemi per cui le famiglie non riescono a registrare i loro bambini”, dice Colette Guiebré di Sant’Egidio, responsabile nazionale del programma BRAVO!, sottolineando l’importanza di creare degli uffici di registrazione nei centri sanitari di villaggio facilmente raggiungibili per le famiglie.

Il progetto ha previsto in questi anni la formazione degli operatori di stato civile e anche degli infermieri e degli operatori sanitari, perché potessero consigliare e indirizzare le famiglie verso i servizi di registrazione delle nascite. Questi interventi hanno permesso di raggiungere e registrare il 71% dei neonati direttamente al momento della nascita. Ciò ha contribuito a ridurre il fenomeno dei “bambini invisibili”, una delle principali cause del traffico di esseri umani e dello sfruttamento dei minori.

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