A Roma una nuova "casa Amica" per persone con disabilità offre un modello replicabile, alternativo all'istituzionalizzazione per i più vulnerabili

E' stata aperta a Roma una nuova "casa Amica", frutto dell'impegno della Comunità di Sant’Egidio per contrastare l’istituzionalizzazione delle persone con disabilità.

Situata nel  II Municipio, zona Tiburtino- Piazza Bologna, è stata realizzata in collaborazione con i servizi territoriali di zona, nello spirito della legge 112/2016 sul "Dopo di noi" e rappresenta un  esempio felice di collaborazione tra attori diversi: ASL, Municipio, Sant’Egidio.

Il progetto, sostenuto da fondi pubblici e sussidi già stanziati per l’assistenza socio-sanitaria per le persone con disabilità, si basa sulla integrazione dei servizi e dunque non ha costi aggiuntivi.

La casa, che ospita tre persone con un assistente, è gestita e coordinata dalla Comunità di Sant’Egidio con l'aiuto di una vasta rete di volontari, amici e collaboratori. Dopo aver individuato l'appartamento idoneo, infatti, la collaborazione di tanti ha permesso di trovare rapidamente mobilio, arredi, stoviglie. Amici, volontari, persone del quartiere si sono avvicendati per costruire un’alternativa concreta all’istituzionalizzazione.

Dopo la fase dei preparativi, sono stati organizzati dei weekend in cui le persone con disabilità invitate a vivere insieme nella casa hanno potuto gradualmente prendere confidenza con il nuovo ambiente e i nuovi amici.

Ora, finalmente, la nuova vita è cominciata. Vivere a casa, anche con una disabilità, si può fare!

Sono numerose le nuove soluzioni abitative che Sant’Egidio ha realizzato in Italia, incentrate su una sinergia di risorse che coinvolge  le persone con disabilità, i servizi socio-sanitari del territorio e le reti sociali informali come il vicinato, le realtà di quartiere e il volontariato.
Queste soluzioni sono quanto mai necessarie in questo tempo difficile di pandemia in cui il ricovero in grandi strutture per le persone con disabilità e per tutti i più fragili continua ad essere la prospettiva di futuro più diffusa, ma certamente non la più "felice". Al contrario, l'esperienza del cohousing "protetto" realizzato da Sant’Egidio, è un esempio replicabile perché la casa sia sempre più la risposta alle difficoltà della vita delle persone vulnerabili.