La presenza delle nostre apprezzate missioni militari all'estero deve essere accompagnata da un'azione diplomatica più risoluta, legata alla cooperazione
Quando la scorsa settimana abbiamo scritto sull'Afghanistan, non credevamo che i Talebani sarebbero arrivati a Kabul così presto. Nessuno lo credeva. Ma è avvenuto. Lo Stato afghano, le istituzioni, la politica, l'esercito si sono liquefatti davanti agli "studenti coranici".
Vediamo ogni giorno le scene impressionanti all'aeroporto di Kabul: l'ingorgo di persone disperate, pronte a tutto pur di lasciare il Paese. Con esse, la fuga degli occidentali. Abbiamo sentito le voci delle donne afghane, degli attivisti per i diritti umani, dei giornalisti abituati alla libertà e dei tanti altri cittadini: hanno detto di sentirsi traditi, dopo che avevano sperato con l'Occidente di costruire un nuovo Afghanistan.
A che sono serviti questi vent'anni? (Continua a leggere sul blog di Andrea Riccardi)