Preghiera per i malati. Meditazione di Andrea Riccardi sulla Lettera di Giacomo 5, 13-19

Preghiera per i malati. Meditazione di Andrea Riccardi sulla Lettera di Giacomo 5, 13-19

La lettera di Giacomo si conclude con queste parole sulla preghiera, che evidentemente riflettono l’esperienza della comunità cui si rivolgeva. C’è gente malata, c’è chi è nel dolore, c’è chi sente il peso dei suoi peccati. Ci sono poi le dimensioni più grandi, Giacomo parla di Elia di fronte al dramma della siccità, al cielo e alla pioggia.
In fondo, di fronte al nostro stesso corpo, come di fronte a situazioni grandi e piccole della storia, ci sentiamo irrilevanti, si cerca di non pensare. Ma come non pensare alla propria malattia, a quella di una persona cara, come non pensare al grande dolore della guerra in Ucraina, ai morti, alle stragi che ogni giorno sono sotto i nostri occhi. Cresce in noi un senso di impotenza e di irrilevanza, allora meglio non pensare, ridurre le questioni e i problemi allo stretto necessario e preoccuparsi solo di questi.
In realtà il Vangelo ci spinge a vivere e a sentire in ben altro modo, a sentire i lontani, se nel bisogno soprattutto, come vicini. Così preghiamo per la pace in Ucraina, nonostante ogni giorno si allineino davanti a noi notizie di sventura. E la nostra preghiera è quasi una protesta di fronte a Dio per qualcosa che è profondamente inumano e ingiusto.
Non solo preghiamo, ma viviamo la solidarietà con i profughi e quelli che sono sotto i bombardamenti e senza il necessario. La preghiera per tutti, per i malati, per la pace, deve divenire una dimensione della nostra vita. La preghiera non è irrilevante.
Scrive Giacomo: Molto potente è la preghiera fervorosa del giusto. Preferisco la vecchia traduzione: Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. Molto vale e Gesù ci raccomanda di pregare con fede, con quel po' di fede che può spostare le montagne, credendo che quanto chiediamo avverrà. Con la parabola del giudice iniquo e della vedeva inopportuna si mostra il valore dell’insistenza. Con fede e con insistenza, sta manifestato nella stessa espressione “bussate”.
Le Scritture ci insegnano la centralità storica e spirituale della preghiera. Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi, poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto. E i salmi ci mostrano il valore forte della preghiera e ci guidano in essa.
Papa Francesco ha recentemente insegnato: Pregare – ha detto – è trasformare la realtà, è una missione attiva, un’intercessione continua, non è distanza dal mondo ma cambiamento del mondo. Pregare è portare il palpito della cronaca a Dio, perché il suo sguardo si stenda sulla storia. Chiediamoci come stiamo portando nella preghiera la guerra in corso. Fin qui papa Francesco.
Così noi preghiamo per la pace in Ucraina insistentemente e oggi preghiamo per i malati. Ma vorremmo ricordare i malati in Ucraina, che soffrono per la mancanza di medicine o per il danneggiamento, la distruzione delle strutture sanitarie. Abbiamo seguito attivamente la vicenda di quei dializzati impediti di seguire la terapia, che sono stati salvati portandoli fuori dal paese. E quanti altri, in Ucraina, nell’estrema necessità come loro, senza cure, senza strutture sanitarie. Ma chi lo sa, chi li soccorre!
I più deboli sono schiacciati dalla guerra, preghiamo e preghiamo insieme.
Dice Giacomo: Chi è malato chiami i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui dopo averlo unto con olio nel nome del Signore, e la preghiera fatta con fede salverà il malato. Il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati gli saranno perdonati. E continua: Pregate gli uni per gli altri per essere guariti.
Preghiamo, preghiamo gli uni per gli altri per essere guariti. Questo è lo spirito di questa nostra preghiera comune. La preghiera copre i nostri peccati, come l’impegno per il fratello in difficoltà e in errore coprirà un gran numero di peccati. Si, la comunità che prega cambia il cuore di ognuno di noi, tocca la vita e il corpo, segna la storia.
Il Signore vuole la pace nel mondo, la pace che gli uomini violentano; il Signore vuole la gioia dei suoi fedeli, quella che gli uomini negano intristendo la loro vita, quella gioia che il male insidia.
Ascoltiamo, allora alla fine, la sua parola: Se chiederete qualcosa al padre nel mio nome egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
 

 

La preghiera con la Comunità di Sant’Egidio è trasmessa in live streaming su sito, Facebook e YouTube dal lunedì al venerdì alle ore 20. La liturgia il sabato alle 20:00.

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