Omelia di don Marco Gnavi nel 15mo anniversario dell'uccisione di Floribert Bwana Chui

Mc 13, 1-13
Gesù si rivolge a uno dei discepoli all’uscita del Tempio rivelandone la distruzione prossima, e poi, a Pietro, Giacomo e Giovanni, che gli chiedono segni premonitori di questi eventi cosmici e incredibili, Gesù risponde due volte: “Badate che nessuno vi inganni”.  “Badate a voi stessi”…Non in un futuro lontano, ma quando sentiranno parlare di guerre e rumori di guerre. Quando giungeranno falsi messia e si spacceranno per il Cristo. Quando la natura si ribellerà e farà sentire la sua forza e le carestie affameranno intere popolazioni.
Ci sembra di intravedere scenari attuali, e vi sono regioni del mondo ove tutti queste manifestazioni terribili si avvicendano, quasi una dopo l’altra, o una insieme all’altra. Eppure, mentre delle pietre del tempio non rimarrà una sull’altra, la speranza del Regno attraverserà tutti questi scenari e ne uscirà vittoriosa. Gesù chiama tutto questo “L’inizio dei dolori”, l’inizio cioè delle doglie e del parto di un mondo nuovo.
“Non allarmatevi dunque. Non è ancora la fine”. Il Vangelo andrà annunciato prima a tutte le genti. La speranza, proprio perché provata dal fuoco, si manifesterà così in tutta la sua forza. Perché questa si compia Gesù accetterà il passaggio stretto della croce e ha creduto nella resurrezione. E ai discepoli il Signore dice: “chi avrà  perseverato  sino alla fine sarà salvato”.
Proprio oggi cadono i 15 anni dalla morte del nostro fratello Floribert Bwana Chui, ucciso a Goma. Il suo corpo fu rinvenuto l’8 luglio del 2007, con segni evidenti di tortura. La ragione del suo assassinio è scritta nel suo amore per il Vangelo, per i bambini di strada con i quali aveva dato vita alla scuola della pace assieme alla Comunità di S.Egidio di quella città, nella sua fiducia nella parola di Gesù , divenuta realmente lampada si suoi passi, che lo ha orientato a scelte coraggiose di fronte al cancro della corruzione. In tutto questo Floribert ha perseverato sino alla fine. Non ha ceduto. È stato ucciso, ma la sua vita ha continuato a appartenere al Signore, Dio della vita e non al Male, signore della morte. Floribert, la cui Bibbia personale è stata da lui sottolineata nel passaggio in cui si legge “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato” (Lc 3,13), non ha ceduto alle lusinghe del denaro.

Lavorava agli uffici doganali preposti alla verifica dell’integrità delle merci introdotte in un paese già provato dai conflitti etnici e dalla violenza. Avevano cercato di offrirgli molti soldi se avesse permesso l’ingresso di una grande quantità di riso avariato. Il suo “no” è stato risoluto, chiaro. Aveva confidato a un’amica suora che, in quanto cristiano non poteva accettare di mettere in pericolo la vita di tanta gente e aveva aggiunto “Vivo nel Cristo o no? Vivo per Cristo o no? Ecco perché non posso accettare. È meglio morire piuttosto che accettare questi soldi”. La sua scelta è stata plasmata dal Vangelo letto e vissuto assieme e in modo personale, nella gioia della fraternità, nell’amore per i piccoli e i poveri. Qui è la radice della sua forza e della sua resistenza. In tanti oggi conoscono la testimonianza di questo “servo di Dio” e credono sia possibile opporre al denaro una vita generosa e gratuita. La corruzione è un problema globale per l’economia e la politica, soprattutto nei paesi in via di sviluppo: fra questi, tra primi venti nelle graduatorie internazionali, dieci sono africani e tutti soffrono conflitti armati.
Con la sua giovane esistenza, stroncata brutalmente da mani assassine ma ora nelle mani di Dio,  Floribert ripete accanto a Gesù, le sue stesse parole: “Guardate che nessuno vi inganni…”. Lo ripete  alle giovani generazioni che sembrano senza prospettive, alla regione dei Grandi Laghi, all’Africa intera che amiamo assieme, a noi, ovunque nel mondo, perché nessuno si pieghi agli idoli muti e assetati di sacrifici umani. A noi, vivi, è dato il debito del suo martirio perché non sia resa vana la sua morte, perché si accresca fiducia nell’amore disarmato, vera ricchezza della famiglia umana e della Chiesa. La nostra preghiera esprime la nostra gratitudine al Signore per tutti coloro che credono sia possibile vincere il male con il bene. Esprime la nostra lode al Signore per averlo reso Floribert, fratello di ciascuno di noi. Amen