"Deturpare l’uomo con la violenza e la guerra è deturpare l’immagine di Dio stesso e la sua presenza nella storia". Omelia di Marco Impagliazzo

Preghiera per la pace. VIDEO e TESTO

Genesi 9, 1.5-6
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto a ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.
6 Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio è stato fatto l'uomo.


Il capitolo nono del libro della Genesi, fratelli e sorelle, come dice la Bibbia di Gerusalemme titolando questo capitolo, si riferisce al nuovo ordine del mondo e in questo nuovo ordine del mondo il Signore stabilisce un’alleanza con l’umanità attraverso Noè. E al cuore di questa alleanza c’è il rifiuto della violenza, la violenza esercitata dall’uomo contro l’uomo, dunque il rifiuto della guerra.
Quello lasciato a Noè, lo sappiamo, non è solo un comandamento, un ammonimento per Israele, ma per tutta l’umanità. Israele aveva chiaro che il problema della violenza, per cui il Signore riteneva che il mondo fosse corrotto perché la grande corruzione, di cui ci parla il libro della Genesi all’inizio, è proprio la corruzione della violenza, Israele aveva chiaro che questo problema superava lo stesso Israele e riguardava tutta l’umanità.
In questo senso è centrale ciò che il Signore dice e che abbiamo letto: Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio è fatto l’uomo. Cioè a dire che chi usa la violenza fa crescere la violenza nel mondo, la violenza di cui sarà lui stesso vittima. E addirittura il Signore, ricordando qui che l’uomo è fatto a immagine di Dio, vuole proteggere la sua immagine in noi.
Quindi, deturpare l’uomo con la violenza e la guerra è deturpare l’immagine di Dio stesso e la sua presenza nella storia. Per questo è un comandamento importantissimo per tutta l’umanità. Noi lo ascoltiamo mentre in tante parti del mondo l’umanità è sfregiata dalla guerra e dalle sue conseguenze, nel corpo di tanti bambini, donne, uomini.
Lo facciamo mentre siamo di fronte all’icona di Gesù, mite e umile di cuore, in comunione con tutte le nostre Comunità, specialmente quelle che vivono in Ucraina. Il volto di Gesù è quello della pace. È un volto su cui gli uomini hanno usato violenza ma che resta in mezzo a noi questo volto, come luce e pegno di pace.
Lui non ci abbandonerà. Ha camminato su questa terra abitata da tanti demoni della violenza e ha conosciuto la violenza sul suo stesso corpo. Gesù ci guarda e ci parla, guarda noi, guarda il mondo intero. E la sua parola fa eco all’antico comandamento del non uccidere, aggiungendo: Rimetti la spada nel fodero. Basta con la violenza, basta con le armi, basta con le spade!
Noi ascoltiamo la sua parola che fa crescere in noi il desiderio di pace, di essere pacifici e pacificatori e la sua parola rafforza e vivifica nella Comunità la via della pace.
E questa parola di pace e di consolazione giunga anche attraverso di noi a quelli che piangono per il dolore, a quelli che stanno sotto la minaccia della guerra in tante parti del mondo che tra poco ricorderemo.
A coloro che minacciano il male il Signore dice: Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio è stato fatto l’uomo. Il Signore onnipotente con la sua parola si innalza sui rumori e le azioni di guerra e
ripete questa sera con forza l’antico comandamento: Non uccidere. Che il timore di Dio spinga alla pace, al rispetto di quel comandamento.
Preghiamo per l’Ucraina e per la pace in tante parti del mondo, siamo tutti sentinelle che vegliano nella notte del dolore invocando l’aurora di un giorno di pace.
La Comunità raccolta in preghiera è l’immagine quotidiana che non abbiamo ceduto alla paura, alla pigrizia, alla logica della contrapposizione, alla logica della violenza. I nostri cuori non si sono annebbiati, splende la luce del cero come ogni volta che preghiamo in questa chiesa.
Possiamo pregare per la pace, perché i disegni di violenza siano ribaltati. È la nostra forza debole che vogliamo usare sempre con tanta insistenza, come ci chiede Gesù. Lo ripetiamo oggi di fronte a una guerra così lunga, così violenta, così assurda come sono assurde tutte le guerre, che sta accadendo in Ucraina, quando ci si sente indifesi.
Che il Signore, Dio dell’impossibile, dia al mondo la pace.

Marco Impagliazzo

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