"Siamo un'unica famiglia, quella di Dio, che oggi gioisce del volto del Signore". Omelia di don Angelo Romano nella celebrazione di Tutti i Santi

Liturgia di Ognissanti
Omelia di don Angelo Romano

 
Ap 7, 2-4.9-14
Sa 23
1 Gv 3,1-3
Mt 5, 1-12
 
 
Cari fratelli e care sorelle,
 
oggi è la festa luminosa di tutti i santi. celebriamo oggi insieme alla chiesa la festa di tutti i Santi, una unica festa per tutti coloro che hanno riposto la loro fiducia in Dio e che sono oggi con Lui, nel suo Regno di Luce e di pace, ma anche di tutti coloro che amano il Signore e che sono pellegrini e sofferenti su questa terra. È quindi un giorno in cui aprire insieme il nostro cuore alla gratitudine e all’ascolto del Vangelo. Sì perché tutti noi siamo chiamati a vivere questo Vangelo: non è per persone migliori di noi, non è lontano dalla nostra vita.
La Beatitudine è gustare la dolcezza dell’ amore di Gesù e della sua misericordia senza limiti, che è diretta particolarmente a quanti sono nel pianto, come abbiamo ascoltato nel Vangelo delle beatitudini: “Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.” Ci verrebbe da dire come Maria di fronte all’annuncio della venuta di Gesù: ma come è possibile tutto questo? E come lei riceviamo una risposta piena di speranza: “nulla è impossibile a Dio”. E Dio nella sua misericordia ha inviato suo Figlio a mostrare la sua predilezione per quanto sono deboli, fragili, per quanti soffrono e sono nel dolore e nel pianto.
E noi, in questa memoria e in questa festa ricordiamo i nostri cari e tutti i gli amici che ci hanno lasciato, con grande affetto, con tenerezza, ricordando la loro sofferenza e la loro speranza che -come ci mostrano le stesse parole di Gesù- trova accoglienza presso di lui.
La festa di Tutti i Santi ci mostra, in modo molto bello, che c’è un legame che continua, anche dopo la morte, con i nostri cari, quello che viene chiamata “comunione dei Santi”. È l’amore, la comunione tra noi qui, su questa terra, e i Santi, quanti sono in piena comunione con il Signore, accolti dalla sua misericordia nel suo Regno. Nel libro dell’Apocalisse di San Giovanni, abbiamo ricevuto una immagine importante, quella di una visione e di un compimento. È il libro nel quale l’apostolo guarda oltre il presente e come si apre alla visione delle cose future, del tempo del compimento del piano di Dio per la salvezza del mondo. C’è una moltitudine immensa, che “nessuno poteva contare”, “di ogni nazione tribù, popolo e lingua.” Questa moltitudine immensa viene raccolta dal Signore, è come la sua nuova famiglia.
Gesù ha percorso questa nostra terra è per ricostruire l’umanità –tanto spesso divisa da odi e ingiustizie- come una unica famiglia, partendo dagli ultimi, privilegiando quanti erano nel dolore, nel pianto: si è commosso del pianto di una madre che aveva perso il figlio, come delle lacrime delle sorelle di Lazzaro. Gesù ha privilegiato i lebbrosi, discriminati ed isolati nel suo tempo, ha dedicato tempo ed attenzione a malati cronici, senza speranza, mettendoli al centro della attenzione dei suoi discepoli e guarendoli.

Gesù ha combattuto la morte con la creatività e la gratuità dell'amore, perché ovunque, potesse vincere la vita. L’immagine che riceviamo oggi in questa liturgia è quella di una famiglia che è raccolta attorno al Signore, in comunione tra il cielo e la terra. I nostri fratelli e le nostre sorelle, per i quali accenderemo una candela, un  segno di resurrezione come nella liturgia di Pasqua, ne fanno parte, come famiglia raccolta dall’amore di Gesù nella sua casa, alla luce e alla gioia della sua presenza.
Siamo quindi parte di un popolo, che è come una famiglia grande, la famiglia del Signore, che oggi particolarmente ha la sua festa. Riceviamo dal Signore una gioia che viene riversata nella nostra vita: è la gioia semplice e forte di gente modesta, che però impara a non vergognarsi della propria piccolezza, che impara a non aver paura della sua piccolezza, che pone la sua fiducia nel Signore, unica vera roccia che non crolla.

Questa festa, oggi ci dona l’immagine di una famiglia, la famiglia di Dio, che gioisce del volto del Signore, che oggi abbiamo posto nel centro della nostra assemblea: anche noi, come i santi vogliamo cercare il suo volto. Ci uniamo allora in questa festa, con gioia, a tutti i santi per ringraziare il Signore dell’amore largo che ha avuto per la nostra vita, nella fiducia che il suo amore ci renda ogni giorno più simili a lui, come vera parte della sua famiglia. Gesù ha detto: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. E noi oggi contempliamo il suo volto qui davanti a noi, e la nostra preghiera, con gratitudine, si unisce a quella dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che sono alla sua presenza, ed insieme sentiamo di essere uniti dalla misericordia e dall’amore di Gesù che vince ogni morte.