Il grido della pace: la voce delle religioni e delle vittime della guerra sovrasta per un giorno i rumori del traffico di Budapest

La Comunità di Sant’Egidio e i Giovani per la pace di Budapest hanno organizzato una manifestazione per la pace in Ucraina nella piazza centrale vicino alla Stazione d’Ovest (Nyugati Pályaudvar) un luogo iconico dell’accoglienza dei profughi ucraini arrivati in treno nei primi mesi dell’attacco russo.
Il primo a prendere la parola è stato il novantaduenne Béla Varga, sopravvissuto alla seconda guerra mondiale e all’Olocausto. "Aiutate, aiutate, aiutate!”è stato il suo messaggio ai giovani.

Sono seguiti gli interventi di Péter Szőke, a nome della Comunità di Sant’Egidio, un giovane rifugiato dall'Ucraina, e altre testimonianze sull'orrore della guerra e il bisogno di pace.
Dopo la proclamazione dell’appello di pace, una fiaccolata per la pace ha attraversato le strade trafficate di Budapest e si è conclusa con una preghiera interreligiosa a cui ha partecipato anche il capo rabbino Zoltán Radnóti che ha pregato con queste parole:
"Dov’è mio fratello? – dice il bambino ucraino.
Dov’è mio fratello? – domanda il bambino russo il cui fratello è stato mandato in guerra.
Dove sono i nostri fratelli? – si domandano i popoli europei. Dio ci conceda di trovare nostro fratello, e con lui la parola più bella nel mondo che in ungherese è „BÉKE” (pace), in ebraico è „SHALOM”.