MIGRANTI

Daniele Garrone, Presidente della Federazione della Chiese evangeliche, all'udienza con Papa Francesco

Intervento di Daniele Garrone, Presidente della Federazione della Chiese evangeliche

Santità, caro fratello in Cristo, cari amici,
dice la nostra Scrittura: “Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto” (Romani 12,15 CEI 2008).
Oggi la nota dominante, nel vedervi così numerosi qui, è quella della gioia e della riconoscenza. Sappiamo che cosa avete patito e che cosa avete dovuto lasciare per arrivare fin qui e speriamo e vi auguriamo che qui possiate trovare una vita protetta, anzi benedetta.
C’è un altro motivo di gioia e di riconoscenza: se qualcosa abbiamo fatto per portavi qui, lo abbiamo fatto come cristiani di diverse confessioni. E’ la dimensione ecumenica dei Corridoi umanitari, che sempre, come chiese della Federazione, riscopriamo: tutti e tutte siamo raggiunti dalla stessa Parola di Dio, che ci dona speranza e ci chiama al servizio del prossimo, con una comune vocazione, che oggi vorrei esprimere con le parole del profeta Michea: “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio. “ (Michea 6,8 CEI 2008)
La gioia e la riconoscenza di oggi non tacitano però la seconda parte dell’invito: “piangete con quelli che sono nel pianto”. Abbiamo tutti nel cuore l’ultimo tragico naufragio di chi non ha altra risorsa se non una rischiosa, per certi versi folle, traversata. Chi di noi è a Lampedusa, nel nostro osservatorio sulle migrazioni, ad accogliere chi ce l’ha fatta, testimonia di quali drammatiche storie ogni persona porti dentro di sé e spesso sul suo corpo. La condivisione del pianto deve muovere “a praticare la giustizia”: i corridoi umanitari sono uno dei modi per cercare di rispondere a questo appello.
Non si tratta dell’ingenuo slancio caritatevole di anime pie o virtuose, mosse da un sentimentalismo irrealistico. Noi pensiamo sia una delle ragionevoli risposte, che anche gli Stati dovrebbero adottare, a un problema che interpella anche la qualità di quelle democrazie costituzionali basate sulla tutela dei diritti umani a cui il nostro continente è approdato avendo alle spalle tragedie del tutto simili a quelle che oggi costringono uomini donne alla fuga, che partono perché non hanno altra prospettiva se non quella di soccombere: anche l’Europa è stata insanguinata da guerre, anche “di religione”, dall’intolleranza e da dittature, anche l’Europa ha avuto milioni e milioni di migranti in cerca di un futuro migliore. Se guardassimo al nostro passato, anche recente, forse ci apparirebbe chiaro ciò che dice un’altra parola della Bibbia:” tu conosci l’animo dell’immigrato” (Esodo 23,9).
Oggi ci rallegriamo con voi; per il resto, continuiamo a fare la nostra parte per chi ancora è nel pianto.