Nasce al Gemelli la Villetta della Misericordia

Inaugurata da Scola e Krajewski la struttura che ospiterà senza fissa dimora

Un'opera di carità vivente. A guardarla da via Trionfale la Villetta dalla Misericordia è circondata da fiori e tanto verde. Un piccolo giardinetto infatti, con tanto di gelsomini e tavoli coperti da un ombrellone, saranno da oggi la nuova casa accogliente per 20 senza fissa dimora della zona, che nelle notti fredde d'inverno trovavano riparo nel pronto soccorso o nei giardini del Policlinico "Gemelli". Tante aziende, anche a titolo gratuito, hanno contribuito a rendere materialmente un'eccellenza dell'ospitalità questa palazzina, frutto della collaborazione tra la fondazione del Policlinico, istituto Toniolo (proprietario dello stabile), Università Cattolica del Sacro Cuore e Comunità di Sant'Egidio. Sarà l'associazione trasteverina a gestire la casa, mentre l'ateneo avrà il compito di donare agli ospiti cibo e beni di prima necessità.
Ognuno avrà il suo spazio, ma è nella sala grande che si comprende come qui si sarà accolti da una grande famiglia. Non si avrà, insomma, solo un letto e un pasto caldo. C'è ormai una nuova consapevolezza, che «amare il fratello e condividerne il bisogno - ricorda durante la benedizione l'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola - aprire l'abbraccio, il sentire misericordioso, è la modalità con cui partecipiamo del dono totale di sé che Colui che è la misericordia vivente continua ad elargirci dentro la santa Chiesa». Il porporato, presidente dell'istituto Toniolo, poco prima, davanti ai dipendenti dell'ospedale, aveva infatti sottolineato più volte come sia necessario rimettere al centro il soggetto, sia nella sanità che nell'economia, esortando il Gemelli «ad essere sempre più luogo paradigmatico di cura, di arte terapeutica e di attività clinica». E laVilletta della Misericordia è in linea con l'invito. Perché qui, «scorgiamo il volto misericordioso del Padre - sono così le prime parole dell'Elemosiniere del Papa, monsignor Konrad Krajewski, prima di leggere la benedizione apostolica - in questo luogo la misericordia si vede e si tocca». Nell'anno giubilare, difatti, «alle parole sono seguiti i fatti» su tanti fronti.
L'invito arrivato da Bergoglio era appunto far nascere «segni di misericordia». Dalla sensibilità di tante persone «è nato questo progetto semplice - spiega l'assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori - che mette insieme diverse competenze, dando attenzione ai più fragili». La misericordia infatti «è opera - gli fa eco il rettore della Cattolica Franco Anelli -, per soddisfare le esigenze e le difficoltà delle persone». In questo luogo perciò si incontra «il volto del Padre in tanti invisibili
», dice il presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo, augurandosi che questa prima esperienza di accoglienza all'interno di un'ospedale a Roma possa essere di esempio. «Bellezza ed eccellenza» si fondono nei due piani della struttura che, conclude il direttore generale della Fondazione Policlinico Gemelli Enrico Zampedri, «vogliamo far diventare segno tangibile di misericordia».


[ Alessia Guerrieri ]