Il digiuno contro il male

L'iniziativa della Chiesa per il 31 maggio
L'invito può apparire sorprendente ma ci porta alla radice stessa dell'esperienza religiosa

Caro direttore, la Chiesa di Napoli ha promosso per il 31 maggio una giornata di digiuno e preghiera in risposta alla violenza che in tanti modi colpisce le nostre città. All'inizio del suo episcopato il cardinale Sepe con un gesto forte chiese ai giovani di deporre i coltelli: in molti risposero all'appello.
In questi anni a più riprese il vescovo ha richiamato i fedeli e tutti gli uomini di buona volontà alla comune responsabilità verso la città e le sue ferite: la Chiesa di Napoli appare così in perfetta sintonia con l'invito di papa Francesco ad uscire dalle sacrestie.

In tanti modi la Chiesa lavora quotidianamente per una risposta alla violenza: nell'educazione dei giovani, nell'attenzione ai più deboli, nell'accoglienza ai nuovi europei.
L'invito alla preghiera e al digiuno può apparire sorprendente ma ci porta alla radice stessa dell'esperienza religiosa. Il digiuno chiede di rinunciare a un consumo vorace, in fondo violento;
la preghiera porta a concentrare le proprie energie spirituali sul dolore degli altri, combattendo la violenza di un atteggiamento egocentrico. Si esprime qui una verità profonda, ben comprensibile anche ai non credenti: il male nelle sue diverse espressioni si combatte anzitutto dentro di sé.
Non si tratta del retaggio di antiche e superate consuetudini ma della forza debole e concreta che sprigiona dal patrimonio spirituale cristiano: questi tempi incerti ne hanno davvero bisogno.


[ Marco Rossi - Comunità di Sant'Egidio ]