Riccardi: preghiera, poveri e pace. Ecco come tutto può cambiare

Alla presentazione del libro del fondatore di Sant’Egidio intenso dibattito con il direttore di Avvenire Tarquinio Essere «artigiani della solidarietà»

Novara. «Tutto può cambiare». E il titolo dell’ultimo libro di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di sant’Egidio, si fa invito per ciascuno di noi: per cambiare noi stessi, per cambiare il mondo, per cambiare la società.
In una sala gremita del Castello Visconteo Sforzesco di Novara, sede in passato delle Regie Carceri Mandamentali, Riccardi - introdotto da Daniela Sironi, responsabile regionale della Comunità - esordisce così il suo saluto alla città: «Il tempo è cambiato dal ’68 e dalle nostre origini. Interi mondi sono scomparsi, come i regimi dell’Est e le forze dell’utopia rivoluzionaria; i nuovi mondi del Sud hanno perso la speranza di essere nuovi e hanno conosciuto la guerra. Tutto si è globalizzato divenendo un grande mercato. Sembra però che poco sia cambiato nei poteri che reggono la storia, come il denaro: anche il Papa ce lo ha ricordato. Allora mi domando: è davvero impossibile cambiare il mondo, oggi?».
E da quel momento, incalzato dalle domande del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, è un fiume in piena. A partire dai poveri, ai quali «non basta dare l’elemosina ma occorre aggiungere una parola buona», per poi passare alle “periferie delle città”, forse «oggi con confini da rivedere, perché spesso non sono più quelli di una volta». Il dramma della solitudine della terza età, il mondo dei disabili: «il vero problema è accorgersi dell’altro e dei suoi problemi» ha richiamato Riccardi, aggiungendo: «Vivere insieme per un mondo fraterno, tra popoli, nelle periferie e in città, è una rivoluzione possibile, se partiamo dal cuore e dal Vangelo».
Tarquinio ha poi richiamato l’importanza delle scuole di pace, dell’essere “artigiani della solidarietà”, stimolando Riccardi sul fatto che oggi «tutto - sono parole del direttore di Avvenire - è mercato. Anche la religione, a volte, rischia di esserci dentro: per questo dobbiamo vigilare». Riccardi: «Questo è un tema più che importante e sta a noi “smontarlo” per evitare che tutto sia mercato».
Così, in un mondo complesso e articolato, in cui non è facile trovare punti di riferimento, Riccardi, libro alla mano, ne indica alcuni: la preghiera come fondamento, i poveri come fratelli e amici, la ricerca della pace come necessità per il mondo. Le stesse «tre P» con le quali papa Francesco ha sintetizzato efficacemente il cammino di Sant’Egidio.


[ Paolo Usellini ]