Le stelle di Lampedusa. Il dottor Pietro Bartolo e i viaggi della speranza

Complesso san Gallicano

Sembra che ci sia un modo radicale, schierato, esplicito ma affatto retorico per affrontare il fenomeno controverso dell'emigrazione. È quello che viene incarnato da Pietro Bartolo, il medico intrepido e infaticabile dell'isola, porta estrema dell'Europa verso il continente africano che pervade di continuo Le stelle di Lampedusa. La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi.
Oggi il libro sarà presentato, in collaborazione con la comunità di 
Sant'Egidio, presso il complesso San Gallicano di Roma con l'intervento, tra gli altri, del presidente Marco Impagliazzo.
Bartolo ricorda «il record obbrobrioso e disumano di ispezioni cadaveriche da me ottenuto nel Mediterraneo, un mare spettacolare che sa diventare crudele. C'era una bambina che era morta di sete, ma non sapeva che il mare era salato e voleva berlo!». Senza ipocrisie ideologiche si scaglia contro l'organizzazione criminale che in Africa e in Europa sfrutta il fenomeno, propone la chiusura dei campi d'accoglienza, l'incentivazione del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, dove tutti vengono istruiti e trovano un lavoro, ma non accetta che si presenti il flusso migratorio come una "invasione", generando xenofobia e razzismo.
Davanti alla precarietà e all'assenza della vita Pietro Bartolo riverbera il calore umano che è la scaturigine ineludibile della sopravvivenza della nostra specie, «nel cui sangue scorre un Dna uguale per tutti».


[ Andrea Velardi ]