Sant'Egidio. Corridoi umanitari, l'abbraccio ai profughi dei siriani già in Italia

Atterrati ieri a Fiumicino 69 richiedenti asilo tra cui 25 minori. Molti i ricongiugimenti familiari di rifugiati ormai integratisi. Grazie alla Cei arrivi anche dalla Turchia e dalla Giordania

E' stato il corridoio umanitario dei ricongiungimenti. Ad attendere a Fiumicino i 69 siriani arrivati dai campi profughi del Libano ieri c'era chi ha abbracciato la mamma, il fratello, la fidanzata. Tantissimi i bambini. È stata l'ultima puntata, in ordine di tempo, dei corridoi umanitari gestiti da Comunità di S.Egidio, Federazione chiese evangeliche in Italia, Tavola Valdese, d'accordo coi ministeri dell'Interno e degli Esteri.
Così Naief, fuggito da Homs e da due anni tappezziere ad Avezzano (Aq), ha accolto con una rosa e un palloncino a forma di cuore la sua fidanzata, Nesserin. Fratello e sorella di Damasco hanno riabbracciato la mamma di 39 anni e la sorella. Abbracci,
lacrime, sorrisi.
Una iniziativa che anche la Conferenza episcopale italiana, assieme alla Comunità di 
S.Egidio, ha rilanciato con un altro corridoio umanitario dall'Etiopia che accoglierà 500 rifugiati africani, soprattutto eritrei, somali, sudanesi e yemeniti.
Il 28 novembre intanto si è concretizzato il primo corridoio umanitario dalla Turchia, promosso sempre dalla Cei attraverso Caritas Italiana, in collaborazione con la Nunziatura Apostolica di Ankara: tre famiglie irachene, 12 persone, fuggite da Mossul, hanno raggiunto l'Italia e saranno accolte dalle diocesi di Bari, Como e Bergamo Un altro corridoio umanitario Cei dalla Giordania porterà nella diocesi di Lodi 8 nordafricani di una famiglia perseguitata per motivi religiosi.
Ieri a Fiumicino si sono fatti notare, tra i tanti abbracci delle famiglie riunite, i tanti bambini che hanno gridato contenti "Viva l`Italia". Presto inizieranno a frequentare le scuole italiane.
Con l'arrivo di ieri viene toccata quota di 1.500 persone, per lo più siriane, cristiane e musulmane, giunte con i Corridoi dal Libano, provenienti soprattutto da Aleppo, Homs, Idlib, Damasco. Sono passati quasi tre anni, infatti, dal primo corridoio umanitario che il 4 febbraio 2016 permise alla famiglia della piccola Falak di arrivare in sicurezza in Italia, senza doversi affidare ai trafficanti del mare. Da allora, da Beirut, 20 corridoi umanitari distribuiti su 26 voli aerei. 


[ Luca Liverani ]