"L'accoglienza ha creato reti in un'Italia a rischio solitudine"

Mario Marazziti. Oggi all'Arengo presenterà "Porte aperte"
Colloquio

Racconta un viaggio su e giù per l'Italia dove ha trovato «Porte aperte». Il giornalista e politico Mario Marazziti oggi alle 18 all'Arengo del Broletto presenta il suo viaggio nell'Italia che accoglie e non ha paura. All'incontro organizzato dalla Comunità di sant'Egidio interverranno Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia alla Statale di Milano e Paola Turchelli, direttore del Circolo dei Lettori di Novara. L'ingresso è libero.
Marazziti è lo storico portavoce di Sant'Egidio, presidente del Comitato per i diritti umani e poi della Commissione affari sociali della Camera dal 2013 al 2018, primo firmatario della legge di cittadinanza per i bambini figli di immigrati. Il suo viaggio in Italia segue la rete dei Corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche e dalla Cei con cui sono arrivati nel nostro Paese 2.148 rifugiati, di cui 792 minori, in gran parte siriani, soprattutto famiglie, accolti da singoli, parrocchie, organizzazioni. «Ma io sono andato alla ricerca degli italiani, non dei profughi, ho viaggiato nell'Italia dei Comuni - risponde Marazziti -. Ho voluto conoscere chi fossero le persone che avevano accolto gli stranieri e costruito una nuova vita per loro. E ho trovato due elementi ricorrenti: nessuno è così solo o vecchio da non poter fare qualcosa per gli altri. E questa accoglienza ha mobilitato la comunità che circonda chi ha detto di sì».
C'è una storia più emblematica di altre e riguarda l'anziana professoressa Ortensia, 80 anni, single, che dopo la pensione da Fano si trasferisce a Lucca: «Non sopportava le immagini delle persone che morivano in mare, lei che lo ha sempre amato - racconta Marazziti -. Così ha chiamato la Comunità di Sant'Egidio dicendo di usare una piccola casa vuota. Oggi ha figli e nipoti e attorno a lei si è creata una rete di persone che hanno accolto rifugiati. La paura è contagiosa e l'antidoto è la capacità dei crearsi vita e felicità attorno. Ho visto cosa perde chi non vive così, in un Paese con una vita frammentata, popolata di nemici e solitudine».


[ R.N. ]