Brucia il campo di Lesbo: in 13 mila profughi restano senza un tetto

Brucia il campo di Lesbo: in 13 mila profughi restano senza un tetto

L'incendio appiccato dopo una trentina di casi di Covid-19 Bruxelles preme sugli Stati Ue. Il Vaticano: svuotate Moria

«È una bomba atomica». Non trova pace Lesbo, l'isola greca che ospita il famigerato hotspot di Moria, al centro delle polemiche da anni per la sua inefficienza e per il sovraffollamento. La nuova emergenza è scoppiata dopo che un incendio ha devastato sia il campo ufficiale che quello informale ribattezzato Olive Grove. «Le persone si sono dirette verso le montagne, sono sparse ovunque», ha dichiarato sconsolato Michalis Frantzeskos, vice sindaco della piccola isola greca.
Nella notte tra martedì e mercoledì l'incendio ha divorato effetti personali, medicinali, documenti, delle quasi 13mila persone che vivono da anni, private dei servizi essenziali, in una struttura costruita per dare ospitalità a poco più di 2.750 rifugiati. Secondo un primo bilancio, non si è registrato nessun ferito. Ma tra i 4 mila e i 6 mila rifugiati sono rimasti senza un riparo mentre risulta chiaro come l'intera struttura non sia più in grado di ospitare nessuno.
A far salire la tensione, il lockdown imposto dopo che un migrante somalo è risultato positivo al Covid-19 con una trentina di altri casi rilevati. Il ministro della Migrazione Giorgos Koumoutsakos ha riferito che l'ipotesi di un incendio doloso è concreta. «Nulla può diventare una scusa per una reazione violenta ai controlli sanitari. E, soprattutto, per disordini di questa portata», ha commentato il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Il pre- mier ha poi avvertito che la situazione a Moria non può continuare così e ha proclamato lo stato di emergenza. In serata, infine, è stato reso noto come temporaneamente i migranti saranno ospitati su un traghetto, due navi della marina militare e tende.
L'Ue si è detta pronta a sostenere la Grecia e a finanziare il trasferimento immediato di 400 minori non accompagnati. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha invitato gli Stati membri a essere solidali, mentre Heiko Maas, il ministro degli Esteri della Germania, che presiede il semestre europeo, ha esortato ad accogliere i migranti.
«E dalla visita di Papa Francesco, nell'aprile 2016, che chiediamo di svuotare quel campo di concentramento,
come lo ha giustamente definito il Santo Padre», spiega il cardinale Konrad Krajewski, inviato due volte sull'isola greca. A premere per i corridoi umanitari anche la Comunità di Sant'Egidio «Siamo stati a Lesbo con una missione per sostenere i profughi d possiamo testimoniare la loro sete di dignità e di futuro», spiega Daniela Pompei. Contro Bruxelles invece le accuse delle Ong. «Le politiche migratorie europee e greche sono la causa dell'incendio, speriamo che lo stesso sistema di contenimento disumano non rinasca dalle ceneri di Moria», ha dichiarato Aurelie Ponthieu, responsabile affari umanitari di Medici Senza Frontiere. 


[ Marta Serafini ]