Natale solidale di Sant'Egidio: scatta la distribuzione dei doni

I volontari in campo in questo inedito periodo dell'Avvento
L'iniziativa ha coinvolto nel giorno d'esordio una ventina di famiglie straniere cui componenti sono iscritti ai corsi di italiano organizzati proprio dalla comunità

Sant'Egidio ha dato il via al suo Natale solidale, con la prima domenica dicembrina passata a distribuire regali a casa di famiglie straniere che seguono i corsi di italiano organizzati dalla Comunità. E se quelle ore potessero essere sintetizzate attraverso un aroma, sarebbe certamente l'aroma del caffè, che i padroni di casa si sono affrettati a mettere sul fuoco non appena i volontari, con il loro carico di doni e di cibo, varcavano la soglia.
Sorseggiare dalle tazzine o scartare pacchetti colorati, tuttavia, sono più che altro scuse, giustificazioni preziose per trascorrere qualche minuto insieme. E rimarcare il fatto che, dei tanti regali possibili, resta il tempo il dono che da sempre riscuote più successo.
«L'emergenza Covid ci ha costretti a rinunciare alle tante situazioni di convivialità che eravamo abituati a organizzare specialmente in questo periodo dell'anno», spiega Paolo Parisini, di Sant'Egidio: «Ma creare degli appuntamenti per stare accanto a chi frequenta la nostra realtà rimane un passaggio fondamentale, ancor di più nelle condizioni di isolamento sociale». Per questo, nella tarda mattinata di ieri, una squadra di una quindicina di volontari ha lasciato la sede di viale Romagna. E, sotto la pioggia battente, ha attraversato la città, per raggiungere poco meno di 20 famiglie straniere. «Abbiamo iniziato proprio nel giorno di San Nicolò, partendo dagli studenti che frequentano i corsi di italiano, anche se la distribuzione proseguirà per diverse settimane. Durante questa prima domenica abbiamo raggiunto una quarantina di persone. Ma entro gennaio porteremo un pensiero ad almeno 300 persone».
Per chi viene da lontano, un paio di guanti, un panettone o uno scialle di lana ricevuti in dono non sono più semplici oggetti. Ma sono piuttosto la promessa di un futuro costellato di amici, l'incantesimo di potersi sentire a casa anche in una città in cui non c'è traccia del proprio passato. Ecco perché, a poche ore dalla fine del primo giro di consegna a domicilio solidale, sui cellulari dei volontari hanno fatto la loro comparsa messaggi pieni di affetto da parte delle famiglie straniere: «Le realtà con cui entriamo in contatto sono molto eterogenee: c'è il nucleo che ormai si è perfettamente integrato e c'è quello che invece sta facendo più fatica a sentirsi parte del territorio. In tutti i casi, comunque, è importante mantenere vive le amicizie, dare a tutti la sensazione che non sono soli».
«Ho portato borse e regali a cinque famiglie. E ogni volta ho avvertito da parte loro un po' di timidezza», aggiunge il volontario Marco Lagovini: «Credo che a molti pesi essere nelle condizioni di aver bisogno di aiuto. Ma al contempo sono contenti, leggono in quei gesti il tentativo di accoglierli, di farli sentire parte della comunità»

 


[ Linda Caglioni ]