Dramma Afghanistan Il racconto all'Euclide

Bova Marina, con un profugo-testimone
L'incubo talebani rivissuto da Dawood, ospite della Comunità Sant'Egidio

Hanno parlato di Afghanistan, di regime e talebani, di voglia di libertà e desiderio di normalità, di fughe all'estero per costruirsi un futuro di speranza. Lo hanno fatto con un giovane profugo, Dawood Yousefi, collegato via remoto. Promosso dai giovani della "scuola per la pace" della Comunità di Sant'Egidio, l'incontro è stato ospitato nei giorni scorsi all'istituto di studi superiori "Euclide" di Bova Marina. Ad animarlo sono stati gli studenti impegnati nel corso di giornalismo, proposto dalla scuola diretta dalla dottoressa Carmen Lucisano.
«Con Dawood Yousefi -racconta Giulia Licordari della IIIA liceo scientifico - abbiamo discusso di temi importanti, quali la situazione dell'Afghanistan e l'impegno sociale. Dawood ha ripercorso il viaggio, durato undici mesi, che venti anni fa l'ha portato in Italia, il periodo di difficoltà vissuto appena arrivato, ma anche la soddisfazione di avercela fatta. Nato e cresciuto in Afghanistan, paese piegato dalla violenza dei talebani, proprio a causa della minaccia incombente decise di fuggire».
La sua odissea però non si concluse all'arrivo in Italia. «Per quasi un anno fu costretto a vivere per strada, tra la miseria e la sporcizia, eppure questo non gli ha fatto perdere la speranza, il coraggio e la forza di ricominciare. Nonostante si sia lasciato i brutti periodi alle spalle, la rabbia per la situazione dell'Afghanistan e per i talebani è rimasta».
Piera Plutino, compagna di classe di Giulia, si sofferma sulla presenza dei ragazzi della "Scuola della pace" della Comunità di Sant'Egidio 
di Melito Porto Salvo. «La scuola della pace è animata da molti volontari, soprattutto giovanissimi, che affiancano i bambini nel percorso educativo e migliorano le giornate agli anziani che non hanno la fortuna di avere una famiglia vicina. Tra le iniziative che mette in campo mi piace citare "rigiocattolo". È basata su un principio semplice: non tutto ciò che non si usa più è da buttare. Basta, infatti, un piccolo ritocco e una bambola, un puzzle o un peluche potrà trovare una nuova vita, facendo felice un altro bambino che non può permetterselo».
Un esempio di altruismo e solidarietà che ha toccato la sensibilità degli studenti dell'Euclide. «Tra qualche giorno i ragazzi di Sant'Egidio 
offriranno questa possibilità a tanti bambini, e noi intanto li ringraziamo assieme a Dawood, per averci dato la possibilità di sperimentare, ancora una volta, la partecipazione a una "conferenza stampa", strumento con cui stiamo ormai prendendo confidenza«. 



[ g.t. ]