Carmine e Carlotta, la vita ritrovata

In uno dei cohousing messi a disposizione da Sant'Egidio, da nove mesi vivono Carmine e Carlotta. Lui romano di 58 anni, lei originaria di Napoli ha 67 anni. A causa di gravi difficoltà economiche hanno vissuto alcuni anni per strada. Poi grazie alla Comunità sono stati ospitati in un centro di accoglienza dove si sono conosciuti e innamorati. Oggi vivono insieme e all'unisono affermano che la Comunità di Trastevere «rappresenta la vita ritrovata, la rinascita».
Carlotta ricorda bene i volti dei volontari incontrati dieci anni fa, quando era una senza dimora. «Ogni sera mi portavano un pasto caldo - racconta -. Pian piano siamo diventati amici e mi hanno salvato la vita. Mi stavo distruggendo, loro mi hanno restituito la dignità». Oggi è a sua volta una volontaria, esattamente come Carmine, che per alcuni mesi ha dormito nei pressi della Stazione Ostiense.
«L'affetto delle persone incontrate a Sant'Egidio 
mi ha permesso di risollevarmi dal profondo stato di depressione in cui ero caduto - afferma -. Fino a poco tempo fa ero servito, oggi sono io che servo il prossimo, cerco con tutte le mie forze di aiutare chi vive in strada. Racconto la mia storia, provo a incoraggiarli, a spronarli. Spiego loro che un'alternativa è possibile ma ci vuole tanta forza di volontà e qualcuno sempre pronto ad accoglierti». Oggi sono «una coppia felice». Carlotta non avrebbe mai immaginato che alla sua età avrebbe ritrovato l'amore. Le fa eco Carmine, che ringrazia la Comunità per avergli fatto «riscoprire il calore familiare».
E tra i volontari sono tanti i giovani, che svolgono servizio anche nelle Scuole della Pace. Tra questi c'è Michele, 23 anni, studente universitario, che si occupa dei piccoli del quartiere Primavalle. «Con i bambini si è creato un fortissimo legame, rafforzato durante la pandemia - dice -. Con gli altri volontari abbiamo continuato a seguirli aiutandoli a fare i compiti per telefono, con le videochiamate. Ci siamo attivati per fornire modem e dispositivi alle famiglie meno agiate e oggi ci adoperiamo per far fronte al grande pericolo della dispersione scolastica». Il numero degli adolescenti che frequenta la Scuola della Pace di Primavalle è «aumentato in modo esponenziale. Cerchiamo di far recuperare loro le nozioni perse con la Dad, ma soprattutto proviamo a colmare quel vuoto affettivo generato dalla pandemia che ha azzerato ogni socialità».


[ Roberta Pumpo ]