Da via Giulia a Prati la lunga militanza di un eterno ragazzo

Alto, sorridente, il ciuffo di capelli sugli occhi, una passione per gli scout, amante della natura, la casa di famiglia, quella dei genitori, del padre direttore della Discussione, organo della Dc, in via delle Coppelle, proprio sopra il centro studi Sturzo. Il liceo al Virgilio, l'amore a scuola per Alessandra, quella ragazza, figlia dell'urbanista Vittorini, che poi diventerà sua moglie, le prime riunioni al Circolo Sant'Egidio, poi i gruppi cattolici, ma quelli dei cattolici visionari, impegnati nel sociale, animati da Paolo Giuntella, giornalista Rai. E il giornalismo, il Pd, la sezione Trionfale, l'elezione a deputato europeo, le primarie a sindaco. David Sassoli ha attraversato Roma come in una lunga corsa, con quel suo sorriso, con quel suo motto "adelante", che ripeteva spesso come per fare coraggio a tutti, amici, militanti, colleghi.
«Andavamo tutti e due al Virgilio, ma io ero più grande di lui», racconta il fondatore di Sant'Egidio Andrea Riccardi. «Negli anni Settanta il liceo era una fucina di idee, di pensieri, ancora si respirava l'aria del Sessantotto e David era un ragazzo appassionato del pensiero. D'altronde nella casa dei genitori era viva la memoria di Don Milani e si incontravano Giorgio La Pira e padre David Maria Turoldo. Insomma tutte voci profetiche del cattolicesimo. E lui ha sicuramente respirato quell'aria».

Da piccolo così vive in centro, in via delle Coppelle, a pochi passi dal portone di quel liceo dove inizia il suo impegno. «Quando uscì e cominciò a frequentare Scienze Politiche - prosegue Riccardi - frequentò gruppi cattolici, come la Rosa Bianca, nella casa di Prati di Giuntella, che chiamava Pietro Scoppola, il grande intellettuale, "zio Pietro", un ambiente cattolico democratico. Un amico era Vittorio Bachelet, che poi cadde sotto i colpi delle Br nel 1980. David si è formato con questi maestri, cattolici inquieti, e poi si è avvicinato al Pd. Non è mai stato marxista, veniva da quel mondo e discuteva spesso, mi ricordo, del problema dei cattolici in Irlanda, il cristianesimo, la pace e la guerra».

Il Pd, l'altra stagione, il grande amore, insieme a quello per il giornalismo. «Era qui molto spesso - racconta Giovanni De Lupis, segretario della storica sezione dei dem di Trionfale - Quando facevamo la campagna elettorale per le elezioni europee, una volta dovevamo andare al mercato a fare un volantinaggio. Beh, saranno stati quattrocento metri, ma ci avremmo messo mezz'ora, tutti che lo fermavano per strada, anche di altri partiti, lo salutavano, e lui che parlava con tutti, e faceva sentire che era interessato a quello che dicevano».
Ancora un ricordo dalla sezione: Erano le ultime amministrative e era venuto in piazza Cavour per un'iniziativa con Gualtieri e la Bonaccorsi. "Continuiamo a lottare" diceva, e poi come al solito il suo slogan "adelante". E quando veniva agli incontri in sezione, magari di corsa, con un taxi, alla fine dentro si spegnevano le luci e David era ancora fuori con i compagni in mezzo a un capannello, a parlare, a chiarire, a spiegare. E quando una volta ha portato al parlamento europeo i ragazzi della sezione per loro è stata un'esperienza indimenticabile».
"Cambiare è Capitale" è stato il suo motto quando alle primarie per il sindaco del 2013 si era buttato nella mischia, battuto poi da Marino. La sua Roma, abbandonata solo a volte per il buen retiro di Sutri, era quella di Prati, dove abitava, di piazza Mazzini, di Saxa Rubra, da dove aveva condotto il Tg1, ma anche la zona del Ghetto, l'amata piazza Margana.

 
 

[ Paolo Boccacci ]