In fuga dall'orfanatrofio in Marocco, a Novara la nuova vita di Hassan

In fuga dall'orfanatrofio in Marocco, a Novara la nuova vita di Hassan

Migrante a 7 anni, alla fine trova l'aiuto della Comunità di Sant'Egidio

È scappato dall'orfanotrofio quando era solo un bambino perché voleva lasciare il Marocco e venire in Europa, dov'è arrivato nascosto sotto un camion. Oggi Hassan Ajermoun ha 20 anni, è saldatore in una carpenteria meccanica e ogni domenica va a preparare la cena agli anziani ospiti nella villetta donata dalla famiglia Scalfaro alla Comunità di Sant'Egidio. Una storia unica ma in tanti aspetti simile a quella di altri ragazzi che vengono relegati sotto la dizione burocratica di «minori stranieri non acccompagnati.

Hassan ha 7 anni e le idee molto chiare quando decide di fuggire dall'orfanotrofio, in un centro della provincia di Marrakech: «Avevo in testa una cosa sola, andare via dal Marocco e ricominciare una nuova vita - racconta -. Così sono scappato per cercare lavoro e mettere da parte i soldi per il viaggio. Ma ero piccolo e nessuno mi voleva, ho vagato tanto fino a raggiungere Smara, nel deserto del Sahara, lì un ristoratore mi ha dato ospitalità e un'occupazione come lavapiatti. Ma a me piaceva cucinare e così spiavo il cuoco: alla fine mi sono messo io ai fornelli e ci sono rimasto fino a 4 anni fa quando ho deciso di tentare il "volo" verso l'Europa».

Il viaggio è stato pericoloso e sfiancante, Hassan è riuscito ad arrivare ad Almeria, in Andalusia, nascosto sotto il pianale di un camion. «Poi ho girato in Spagna e in Francia, però avevo in mente l'Italia che mi piaceva da sempre - racconta il ragazzo -. Volevo raggiungere Bologna ma sul treno, dopo Vercelli, un controllore mi ha visto, ero stravolto perché viaggiavo da due giorni senza riposo, e mi ha ordinato di scendere alla prima fermata: "Almeno ti daranno un letto per dormire", mi disse. A Novara mi aspettava la polizia che mi ha accompagnato in una comunità: lì ho trovato la mia seconda famiglia. Sono qui per caso e per fortuna».

Hassan comincia la scuola: la terza media e le lezioni di italiano con Sant'Egidio, poi un corso da meccanico che non va e uno da saldatore che invece lo porta nell'azienda di Cameri in cui lavora adesso con un contratto regolare. Vive nel cohousing gestito dai volontari di Sant'Egidio, «Le case del sogno», al Villaggio Dalmazia, dove condivide la stanza con un giovane albanese, anche lui saldatore. La domenica aiuta ai fornelli di Casa Simeone e Anna dove alterna minestrone e tajne (ma con poche spezie leggere): «Mi piace cucinare e stare con gli anziani, avrei voluto diventare un Oss - confida -. Ma ora sono concentrato sul mio lavoro che mi appassiona e sto risparmiando per il corso di saldatore sott'acqua».


[ Barbara Cottavoz ]