Un progetto di housing per l'ospitalità notturna

In via san Massimo

Un nuovo luogo dove offrire accoglienza notturna, ma avviare anche percorsi di relazione e autonomia abitativa per togliere gradualmente persone dalla strada: entro il mese di dicembre nei locali al piano terra di via San Massimo 33 dovrebbe partire il progetto di housing first a cura della Comunità di Sant'Egidio. Un appartamento dove potranno trovare posto due o tre persone, precedentemente seguite dalla rete di educatori nelle loro attività quotidiane con i senzatetto, per cui si aspettano soltanto le ultime autorizzazioni da parte del Comune.
«Questo posto avrà una funzione di accoglienza per l'emergenza notturna, sarà sempre presidiato dal nostro personale di volontari che apriranno e chiuderanno la struttura e daranno cena e colazione agli ospiti — dice Linda Senfett della Comunità — Si porteranno avanti anche progetti di emersione dalla strada, con un percorso personalizzato per ciascuno, insieme a un accompagnamento di tipo sanitario che prevede visite mediche, ma anche un iter di formazione e ricerca lavoro».
Indicativamente la permanenza in appartamento dovrebbe durare fra i 12 e i 18 mesi, con l'obiettivo di fare poi un passo successivo con soluzioni abitative di secondo livello, che prevedano una maggiore autonomia. Nella pratica, sarà una struttura dove gli ospiti potranno essere aiutati a riprendere in mano la propria vita e (re)imparare ad abitare in una vera e propria casa. Un'iniziativa in continuità con il progetto che la Comunità di Sant'Egidio ha già avviato con i locali La Sosta in via Giolitti, dove però viene garantita anche un'accoglienza diurna. 


[ D.MOL. ]